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Aggiornato: 15 luglio 2025
Usciamo,» disse Emilia; «lascia, Annetta, che torni a raccomandartelo; procura di esser riservatissima nei tuoi discorsi, e non far sospettare che tu sappia la minima cosa, a proposito di quel quadro. Santo Dio, non è gi
Lo voleva compiere in breve, chè lo cuoceva brama ardente, di rivedere anche un momento solo, per una propizia occasione, la sua Violetta. Volea bearsi anco una volta di quella vista a lui tanto cara. Di quell'angelico sorriso, che egli nel suo quadro non sapeva col penello emulare. L'avrebbe veduta fra l'ombra del monastero, ma non importa.
Sopra l'altare è appeso un lunghissimo quadro. Due faccie magre guardano dall'alto della nerissima tela. A piedi del dipinto si legge in lettere gialle questa scritta: el matrimonio de doña Uraca de Castiglia et Alfonso de Aragon. Più sotto la data 1144.
Vedete, disse in fine, io sono un uomo tutto di casa. Non son buono a nulla se non ho la mia penna, il mio calamaio, quel quadro l
Mentre Anastasio Natali dava gli ultimi tocchi al suo quadro della Ginestra un orrido e deserto paesaggio vulcanico, tutto asperit
Fin qui ho definito, senza volerlo, la mente politica del nostro eroe; ma ciò non basta, perchè il quadro sarebbe incompleto, se non delineassi l’uomo nella societ
Ma il segrestano, una vecchia volpe bigotta, quando il meraviglioso quadro ebbe passata la soglia della chiesa parrocchiale, vi si piantò diritto davanti coll'asta dell'elemosina adagiata orizzontalmente sull'epa, e, a nome delle autorit
Bene si stupì il prevosto delle Vaie, ricevendo la visita del conte Gino. Ma questi fu pronto a dirgli che essendo calato da Querciola un po' prima del consueto, avrebbe fatto ora molto volentieri, visitando la chiesa e quel certo quadro antico di cui gli aveva parlato più volte Don Pietro, suo amico degnissimo. Il pretesto fu ammesso naturalmente per buono.
La pittura toscana è ricca di immagini di questo genere. Due quadri magnifici di questa specie, di Domenico Ghirlandaio e Filippino Lippi, si ammirano negli Uffizi; due altri, capolavori della massima bellezza, li dobbiamo agli scolari di Fra' Angelico, Gentile da Fabriano e Benozzo Gozzoli. Il quadro di Gentile si trova nell'Accademia delle Belle Arti, quello di Benozzo nella Cappella Medici al palazzo Riccardi. Qui egli dipinse degli affreschi che, insieme con le sue pitture ammirate nel Camposanto di Pisa, appartengono alle migliori produzioni del suo tempo. La sua rara universalit
37 Ne la spelonca una gran mensa siede grossa duo palmi, e spaziosa in quadro, che sopra un mal pulito e grosso piede, cape con tutta la famiglia il ladro. Con quell'agevolezza che si vede gittar la canna lo Spagnuol leggiadro, Orlando il grave desco da sé scaglia dove ristretta insieme è la canaglia.
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