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Il PUCCI si reca a bere il caffè sul limitare del terrazzo e vi è raggiunto da PIERO. NICOLETTA va a sedersi vicino a RAIMONDO, che sta sul divano. Dunque? Come la devo chiamare? Mi pare molto semplice: Raimondo. Raimondo, tout court? Bisogner

Come suo fratello RAIMONDO, ha modi distinti, ma talvolta un poco incerti, come d'uomo debole e timido. Il PUCCI è un giovanotto trentenne, insignificante nella sua eleganza corretta ma un poco esagerata. Egli veste il doppio petto; RAIMONDO e PIERO sono in giacca. NICOLETTA ha una veste chiara primaverile, semplice ma di molto buon gusto. Abbandonando il braccio di RAIMONDO. E se vuol fumare....

La ringrazio. E arrivederci. Al PUCCI che le porge la mano. Scendo con voi, Ugo. Perchè? Rimani un poco. Ho un cappellino da mostrarti che è un amore. Ma prima delle tre voglio essere alla Villa. , . Forse mi deciderò a venire con te. L'ha tratta in disparte. Piano. Non fare la sciocca, ti prego. FULVIA. ridendo. Sei gelosa? Non te lo rubo, il tuo Ugo, stai tranquilla.

Mia zia, la buona zia che mi ha fatto da mamma, soleva dirmi: guardati dagli uomini che bevono il caffè senza zucchero. Oh bella! E il perchè? Non me lo disse mai, ma credo fosse questo: che suo marito lo beveva amaro, e fu un cattivo soggetto. RAIMONDO ridendo. Ah! Pucci, per lei molto zucchero, nevvero? PUCCI avvicinandosele. Grazie!

Allora, se ci tornate.... Gliene porto una dozzina. Infine, nessuno viene alla Villa? Ugo? Ab! ma sei insopportabile, Fulvia. Tu credi che la gente abbia niente da fare come te? Pucci, la congedo. Lei ha da lavorare e se sta qui, questa testolina sventata.... Ride, per darsi un contegno, e porge la mano a NICOLETTA. Arrivederci, amico mio. Colonnello, sono ben lieto di averla conosciuta.

Non par d'essere a Milano. Ma l'avete trasformata, questa vecchia Milano. Non la si riconosce più. Il PUCCI non ha seguito i due sul terrazzo, ma è disceso nel salotto, col pretesto di cercare dei fiammiferi che stanno su un piccolo mobile a sinistra. RAIMONDO dal terrazzo d

Salvadori, che ho incontrato sotto i portici e che era imperfettamente informato. Uno dei padrini del Pucci è un avvocato, molto amico suo, che gli aveva detto in confidenza.... Che cosa? Del duello, per un alterco. Ecco. Salvadori credeva che io sapessi. Perche non mi hai avvertito? È cosa di ieri sera. Oggi ti avrei avvertito. Son venuto qui ora, per dire che non farei colazione con voi.

Ma che dico "amato"? Neppure un po' di bene tu mi vuoi. per parlarmi così, in questo momento terribile, per parlarmi del tuo orgoglio, mentre io sto morendo d'angoscia. Ti ho voluto e ti voglio bene. Ma il mio orgoglio, tu lo sai, è più forte di tutto. E poi, siamo pratici e cerchiamo di ragionare. Tu non hai delle prove, nevvero? Tuo fratello mi ha veduta uscir dalla casa del Pucci.

L'avvocato Pucci. Non l'ho presentato subito? , ma... appena ho udito il nome. Avvocato? Così silenzioso? È un bel caso. È uno degli avvocati di Piero. Ne ha tanti? Non so, più di uno. Sa, con una grossa azienda.... Prima che io partissi era Salvadori. Lo è ancora. Questo è un giovane fiorentino, ai primordi della carriera. Ha preso dimora a Milano da poco.

RAIMONDO è un uomo di 45 anni, alto, dalle larghe spalle, dall'aspetto serio, marziale, ma distinto ed elegante, addimostra quel po' d'impaccio che sovente hanno i militari in borghese, e neppure appare il tipo convenzionale del soldato rude, intransigente, inflessibile. PIERO e il PUCCI seguono i due nel salotto. PIERO è sulla quarantina.