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Aggiornato: 22 maggio 2025
Perocchè noi non presentiamo in mercato che fior di roba, con garentia e stampo di fabbrica. Ma, l'è da fior di galantuomini, codesto! Le persone s'incontrano, si parlano, si esaminano; si consulta la scritta del prezzo nell'album sulla tavola, per ordine alfabetico e ritratto. Si vede la lista delle spese, poi... E poi si getta il moccichino. Una parola detta all'orecchio di madama Augusta basta.
Gli presentiamo una doppia immagine della sua stessa finzione, come ha detto il dottore! Senti: io non ho mai capito perché si laureino in medicina! Chi? Belcredi. Gli alienisti. Di Nolli. Oh bella, e in che vuoi che si laureino? Frida. Se fanno gli alienisti!
«Dicono: C'è il documento scritto, c'è il documento archeologico. Noi facciamo delle ricostruzioni meravigliosamente esatte. Per ogni parola, per ogni frase, vi presentiamo un testo, venti testi che potranno servirvi da controlli. Abbiamo i poeti lirici, gli storici, i comici, i tragici; abbiamo le statue, le pitture, le ruine, e poi tutto il grande arsenale archeologico, una infinit
LIMOFORO. Giacoco, presentiamo vostro figlio dinanzi a voi, acciò voi ne siate giudice d'aver a punirlo o liberarlo. GIACOCO. Io no saccio la cosa commo è iuta: sciarvogliatemi lo gliuómmero dallo capo, ca po ve responderaggio.
Punto primo la roba vien da Napoli e da Napoli a Genova c'è di mezzo il mare: punto secondo ho mutato il titolo e il principio dei capitoli: punto terzo i professori non sono così bestie da legger quel che noi presentiamo. Allora perchè fate le dissertazioni? È un uso così. Come le cravatte di Lolò. Oh no, più stupido. Sarete almeno chiamati a esporre le idee fondamentali del vostro lavoro.
E adesso i lettori benevoli, che siamo dolenti di non aver più a trattenere se non per pochi capitoli, ci usino la cortesia profumata di chiuder gli occhi, affinchè noi, mal destri giuocatori di mano, facciamo sparire un sei settimane, e presentiamo loro un fatto compiuto, che, piaccia o non piaccia, dovranno pur riconoscere.
Le presentiamo, caro Don Pietro, il signor conte Gino Malatesti, di Modena. Egli ha voluto dirci il suo nome, ed abbiamo saputo nel medesimo tempo che egli, per causa d'opinioni politiche, è stato mandato a confine in Querciola. Brutto paese! esclamò Don Pietro. Perchè non alle Vaie? Ma sì! ribattè il signor Francesco. Glielo domandi un po' Lei. Perchè non alle Vaie?
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