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Aggiornato: 8 giugno 2025


Egli non sapeva darsi pace pensando che miserabili senza nome osassero gettare il ridicolo su lui; sicchè, fingendo di prendersela pel decoro delle famiglie, vietava «a qualunque persona, di qualsiasi grado, ceto e condizione si fosse il poter comporre, pubblicare, spargere o affissare o scrivere tali libelli e cartelli infamatori e contumeliosi, in versi, in prose, in figure esprimenti il carattere, in satire, in pasquinj, in qualunque altra guisa», e prometteva premî da trecento onze a chi siffatti delitti segretamente denunziasse¹⁸².

PILASTRINO. Non ti potrei dire che voglia m'è venuto in cima a l'unghie di dare a sto poltron pien di peccati una man di punzoni! Ma non voglio, ora che sono acconcio, ruinarmi. Vedi Amoraccio! Parti che sia un putto o pure un gran signor? Parti che sappia, quando ci ha sotto i piedi, arragazzarci e farci gioco al vulgo? I premi, poi, son le crocce, la paglia e 'l boccalone. Ecco Artemona. Addio.

Vi perse la gamba, e il piede destro Giuseppe Brambilla da Milano; forse adesso egli vive, e il cielo gli consenta anni quanti bastano per vedere che non espose invano le membra del suo corpo per la redenzione della Patria; altri altri premi ambiscano e gli ottengano; ai magnanimi davvero tanto basta, e ne avanza: suo fratello Emilio Brambilla felice ingegno con altra opera secondò la fortuna di Roma, amministrando la finanza; ora è morto: pianta di buon seme fu la famiglia Brambilla, e i buoni patriotti hanno a desiderare che sia perpetuata; in altri ricordi trovo notati, morto il capitano Baj per dolorosa ferita, che gli portò via di netto ambedue le gambe, tra i feriti meritano speciale menzione il Brusco genovese appartenente alla Cancelleria del Garibaldi, e certa Orsolina da Foligno scemata da scheggia di bomba del tallone destro.

Non mi ricordo bene in quall'epoca io possa avergli detto questo al Carcanetti ripigliò il Marliani con un fare naturalissimo giacchè oggi non solo è cosa molto difficile il trovar danaro su cambiali ai prezzi commerciali, ma si può dire che è difficilissimo di trovarne anche volendo assoggettarsi a grossi premî ed usure.

Con questi due libri si determina l'azione politica dello scrittore; la quale, a riscontro della sua opera letteraria, non deve rimanere dimenticata, perchè è troppo gran parte di quella generosa vita intellettuale, a cui non mancò mai la rispettosa e affettuosa attenzione degli italiani. Torino, aprile 1911. Speranze e Glorie. Per una distribuzione di premi.

Sono tanto felice! La vostra lode è per me il più grande, il più ambito dei premi. , dopo la mano di Fiordalisa; borbottò mastro Jacopo. Ma gi

La disinvoltura, con cui affrontavasi questa pena appare infine nei trucchi che solevano usarsi, alla caduta della Repubblica, per gabellare al Savio alla Scrittura i premi promessi a colui che restituisse alle insegne un disertore.

Non ben duolsi d'Amor l'umano ingegno Come solo comparta affanni estremi, Ch'egli al fin con ragion governa il regno, Ed a chi merta non defrauda i premi. Così parlava, e che non stava a segno, Ma vaneggiava ne' piacer supremi, Vide la bella donna, onde sorrise, Ed a quel favellar termine mise.

Parola Del Giorno

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