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Aggiornato: 8 giugno 2025


Parla a Cefiso, a Foroneo ragiona, Agita Trasimede, agita Eurota; Gente, che di valor porta corona, E che del duce morto era devota: Deh come è, che virtù n'abbandona? Come è, che 'l nostro acciar più non percota? Squadra di premi e d'ogni onor ben degna, De le vostre minacce or vi sovvegna.

Energici anche e commoventi sono i sonetti del Maccari, composti in occasione della distribuzione dei premi agli artisti. «Italia, i tuoi orgogliosi monumenti non son più che mute e inutili pietre: ri

Era sazio di vedere scorrere sangue umano. Volle vedere le corone d'oro che aveva portato dalla Grecia. Erano milleottocento, di grande valore. Le maggiori decorazioni, i premi più rari, dei quali disponeva la patria del bello. Neppure la vista di quelle corone lo appagò. Non gli sembravano un premio adeguato al suo canto.

I re d'Aragona, verso la fine del secolo decimoquarto, avevano introdotto nei loro Stati i «giuochi florali», instituiti giá da piú di un sessant'anni in Tolosa, onde promovere l'esercizio della «gaia scienza» de' trovatori. Vedevansi concorrere d'ogni parte gli ingegni a quelle feste, e con gara ardita contendere pei premi promessi a' piú valenti.

Poi, convinto che se i premi erano d'aiuto non potevano considerarsi incentivo sufficiente quando manca l'amore a benefica impresa, aveva ideato di fondare, come gi

La nostra amica aveva provato dei bei momenti in vita sua, specie quando gli zii di Roma le mandavano a regalare un bel libro, un vestito nuovo o una scatola di chicche. Ma un momento compagno a quello non lo aveva provato mai; mai, neppure quando per la distribuzione dei premi il sindaco le dette, proprio con le sue mani, una bella medaglia d'argento.

La Teologia, la Giurisprudenza, la Medicina assorbono tutto. I nostri accademici ci opprimono a furia di sonetti. Premî pubblici mancano: e noi ci occupiamo di bazzecole e di dispute scolastiche. Il giansenismo ed il molinismo ci han divisi in due fazioni e mentre fuori si ride dei due sistemi, qui diamo loro una grande importanza.

Il programma stampato in piccoli libri di forma graziosa e diffuso a migliaia di copie, oltre ai nomi dei concorrenti e all'ordine delle gare, recava il disegno in fototipia dei premi più ricchi, insieme col ritratto dei membri del Comitato, che a questa industria delle gare, così utile al commercio del popolo, dedicavano le ore che avrebbero potuto consacrare a far nulla.

Appresso questa compilazione piú anni, raguardando egli della sommitá del governo della republica, sopra la quale stava, e veggendo in grandissima parte, cosí come di fatti luoghi si vede, qual fosse la vita degli uomini, e quali fossero gli errori del vulgo, e come fossero pochi i disvianti da quello e di quanto onore degni fossero, e quegli, che a quello s'accostassero, di quanta confusione; dannando gli studi di questi cotali e molto piú li suoi commendando, gli venne nell'animo un alto pensiero, per lo quale a un'ora, cioè in una medesima opera, propose, mostrando la sua sofficienzia, di mordere con gravissime pene i viziosi, e con altissimi premi li valorosi onorare, e a perpetua gloria apparecchiare.

SIMBOLO. Chi arebbe potuto imaginar tanta ignoranza d'uomo a far di sua testa quel che non gli era stato ordinato? DON IGNAZIO. Fa' che mai tu comparischi ove io mi sia; se non, che farò pentirtene. AVANZINO. Questi sono i premi d'aver dieci anni fidelmente servito: esser cacciato di casa. SIMBOLO. Taci e non parlar piú in collera. Ecco vostro fratello.

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