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Aggiornato: 2 giugno 2025
I sassi rotolavano innanzi a noi, e noi con essi, a precipizio, inciampando, senza poterci fermare.... Un quarto d'ora dopo eravamo sul piano di Lecco. Il baritono si guardava intorno sospettoso finchè non fummo rientrati in casa: quivi sprigionò il suo più bel sorriso, senza riuscire a cancellare dalla faccia una certa espressione bizzarra d'impaccio.
Il padrone di casa, un bell'uomo, ancora giovane, dall'aspetto severo, ma dai modi singolarmente cortesi, si mostrò dolentissimo di non poterci accompagnare, per sue ragioni di famiglia, che lo chiamavano quel giorno in paese. Ringraziammo, accettando le guide che egli aveva messe a nostra disposizione, e ci avviammo su per un bosco di cerri, al dorso sassoso del Cimone.
Oh, sì! disse Nancy. E vorrei poterci mettere anche delle rime! Perchè? a cosa servono le rime? disse Anne-Marie. Non c'è nulla di più bello, disse Nancy. Proviamo! Ma Anne-Marie era refrattaria alla poesia. Lunghe spiegazioni ed esempi, quali: «core» e «amore»; «pianto» e «incanto»; «finestra» e «minestra», lasciarono Anne-Marie sbalordita e irritata. Nancy la carezzò, paziente.
Ma più spesso aveva maniche svolazzanti, ed allora sentivo un gomito fresco e liscio, e non sapevo staccarmene, e mi prendevano vertigini pel dispetto di non poterci arrivare che colla punta delle dita. Ed allora Fulvia spaventata si voltava, poi alla sua volta portava dietro la mano destra per accertarsi che non aveva una bestia sul gomito. Sono certo che pensava ad una bestia, ed aveva paura.
In un momento in cui fummo invasi da un terrore indicibile, chiamammo il brigadiere all'uscio della stiva e lo pregammo di metterci in condizione di poterci aiutare con le nostre gambe e con le nostre braccia in caso di disastro. Lo supplicavamo con tutte le parole carezzevoli a nostra disposizione.
Nora, i suoi baci, il suo amore, la sua bellezza.... E dopo? Al dopo non pensava: amava troppo per poterci pensare! E in quella sua felicit
Il primo giorno che i canali e i bacini presentano uno strato di ghiaccio abbastanza solido da poterci scivolare, è per le citt
¹ Una lira e cinque centesimi italiani! Un mese dopo, il Vigo gli rispondeva: "Dio ci conceda poterci abbracciare prima di morire!"
Un altro capolavoro del museo dell'Aja, è un quadretto di Gherardo Dov, l'autore della celebre Donna idropica, ch'è nel Museo del Louvre fra i quadri di Raffaello e del Murillo; uno dei più grandi pittori di scene intime della scuola olandese, e il più paziente tra i più pazienti artisti della sua patria. Il quadro non rappresenta che una donna seduta vicino a una finestra, con una culla accanto; ma in questa semplicissima scena, v'è una così cara e santa aura di pace domestica, un riposo così profondo, un'armonia così amorosa, che il più ostinato scapolo della terra non ci potrebbe fissar gli occhi senza sentirsi nel cuore un desiderio irresistibile di essere colui che manca ed è aspettato in quella stanzina quieta e pulita, o almeno di poterci entrare per un momento, anche di soppiatto, anche colla condizione di starci rannicchiato nel buio, pur di poter aspirare quel profumo di felicit
Venezia è poco venuta finora in queste pagine, per ciò che ella fu finora poca cosa all'Italia in generale; e che avea guerreggiato sí parecchie volte nell'Illirio e in Oriente, ma che, simile a Roma antica, dopo un quattro secoli d'esistenza, il territorio di lei non s'estendeva guari oltre al dogato, cioè alle lagune e ai lidi; ondeché la storia di lei non fu, lungo que' secoli, se non istoria tutto cittadina, tutt'empita di que' particolari di governo interno a cui dicemmo non poterci fermare.
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