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Aggiornato: 23 maggio 2025
A dodici anni sapeva fare dei versi; tanto che, venendo a passare nel villaggio il sotto-intendente di Gerusalemme e prefetto degli studi, cavaliere Ponzio Pilato, Giudaino ebbe l'incarico di complimentarlo con un'ode saffica latina.
Pur troppo la esperienza insegna i buoni pensieri di natura alcalina evaporarsi peggio dell'etere: ma volato il sublime poteva restare il senno onde Erennio Ponzio ammoniva i Sanniti, che il popolo romano sbattessero così che in processo di tempo non levasse più il capo, ovvero co' benefizi se lo gratificassero per modo che Nemesi pigliasse in custodia; la religione della riconoscenza, e del patto.
Ponzio Pilato, che non sapeva di latino, fu oltremodo sorpreso e commosso accorciò al professore la croce di San Maurizio, e volle che il giovane allievo lo seguisse a Gerusalemme, dove gli avrebbe accordata una piazza gratuita in un collegio di Ignorantelli. Giudaino accolse con giubilo la profferta, sebbene dovesse abbandonare nella solitudine e nel pianto la sua vecchia madre paralitica.
Imparò il giuoco della bazzica e del tresette, la dama, gli scacchi e da ultimo il tarocco; divenne prefettone del collegio e segretario intimo del rettore, che aveva portati dal Belgio tutti i perfezionamenti della scienza umana; ma, sentendosi chiamato alla vita del secolo, un bel giorno si valse della protezione di Ponzio Pilato per riferirgli in confidenza certi segreti dello stabilimento, ch'egli conosceva meglio d'ogni altro convittore.
Les salons del principe Iscariott de Judoff si apersero a splendide feste. Il cavaliere e commendatore Ponzio Pilato, allora governatore di Gerusalemme; il vice-intendente conte Caifasso, don Anna il proposto della cattedrale, e molti cavalieri di antica e recente fattura, in una parola tutta l'aristocrazia della citt
L'aristocrazia di Gerusalemme, scandalizzata dall'avvenimento, ripudiò ipso facto il barone. Ponzio Pilato, il vice-intendente Caifasso, il proposto Anna, tutti quanti si sovvennero dell'antico questurino, e chiamandosi mistificati da un audacissimo furfante, spedirono quattro carabinieri per arrestarlo. Ma Giuda, che aveva degli amici alla Polizia, fu avvertito in tempo utile, e mentre i carabinieri perlustravano le sale interminabili del palazzo, egli usciva dalla citt
Ponzio Pilato, indi lasciò Gerusalemme per chiudersi in una sua villa sul lago di Como, dove fino alla morte attese agli esercizi spirituali in compagnia di un frate gesuita. La De-Pilato, unica ereditiera dell'immensa fortuna, menò brillantissima vita, continuando la tradizione paterna quanto a condotta politica e religiosa.
Bei ministri di Dio! borbottava la contessa Zanze riferendo al marito questi colloqui. Bei ministri del Vangelo! Si lavano le mani come Ponzio Pilato. E perchè non ve le lavate anche voi le mani? rimbeccava il conte Luca. Siete un ministro di Dio, voi! Andate proprio a cercarli col lumicino i fastidi? Che può importarvi di ciò che passa tra Leonardo e la Rosetta?
Nei caffè, nelle bettole, nelle piazze egli predicava come un maniaco contro il despotismo di Ponzio Pilato, contro i vili infamissimi arbitrii della imperiale regia Polizia. Commiserava il povero popolo, annunziava un'êra di abbondanza e di ricchezza universale; e mentre il Divino Maestro insegnava l'umilt
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