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Nel tumulto d'Isernia, disse Nullo, mutilarono orribilmente gli avversarî presi. Un cafone vantava lo squisito sapore del lombo di don Peppino cotto alla bragia¹. Poi rivoltosi al vetturino lo interrogò sull'appellativo di cafone. Cafoni, eccellenza, si chiamano i contadini, e galantuomini i proprietari. Il vescovo dei Sanniti d'una volta, io ripigliai, era il Meddix-Tuticus...

E duravano, pur risorte dopo quella cacciata, parecchie genti osche, ed altre dette latini, sabini, sanniti, marsi, peligni, campani ecc.; de' quali sará forse sempre impossibile determinare se appartenessero a questa o quella delle schiatte primarie, secondarie, od anche terziarie, o se e come si componessero di parecchie.

Cosí con gli altri popoli via via incontrati nell'estendersi, umbri, campani, sanniti, lucani, apuli. Perciocché il dominio romano in quest'Italia non fu da signore a servi, ma poco piú che da capo a membri di confederazione.

Pur troppo la esperienza insegna i buoni pensieri di natura alcalina evaporarsi peggio dell'etere: ma volato il sublime poteva restare il senno onde Erennio Ponzio ammoniva i Sanniti, che il popolo romano sbattessero così che in processo di tempo non levasse più il capo, ovvero co' benefizi se lo gratificassero per modo che Nemesi pigliasse in custodia; la religione della riconoscenza, e del patto.

Giunto davanti alla mia porta di casa in Santa Lucia, comandai al cocchiere di fermarsi. Scesi con la moglie; tutti scesero. Vi ringrazio della compagnia, dissi; sto qui di casa; felice notte! I Sanniti moderni

Sulla cima selvosa sorgeva uno dei sacri delubri custodito da cento spade fedeli, ove si raccoglievano i Sanniti con religioso tremore, nel silenzio, nell'oscurit

No. Or bene, due cose vi sono indispensabili per vincere, secondo a me pare: un paio di cannoni, e cautissimo occhio contro le sorprese. Quivi il maggiore toccandomi colla mano una spalla mi bisbigliò: Sai che comincio a crederli Sanniti davvero!

I Sanniti, invece, avevano contro di loro le formidabili legioni che finirono per passeggiare padrone sulla faccia conosciuta della terra le vinsero ed inflissero loro la più umiliante delle ignominie, quella di farle passare curvate sotto le forche erette per oltraggiarle.

Se tali le medaglie, tali i cafoni; ma non basta per battezzarli Sanniti. Ci vuole una prova morale; li vedrò in battaglia. A Ponte Landolfo ci aperse la sua casa l'esattore delle gabelle, caldo fautore delle nuove cose e uomo d'accorti consigli.

Così lo nominò il Cènci, meno in memoria del truce imperatore, che per significare, nel vetusto linguaggio de' Sanniti, forte, o gagliardo. Coricato appena, prese a dare di volta pel letto: incominciò a gemere d'impazienza: a mano a mano la impazienza diventò furore, e si pose a ruggire. Nerone gli rispondeva ruggendo.