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Aggiornato: 22 giugno 2025
E, per accennare alcuna cosa in breve della proporzione degli antichi, per quanto si lege in Platone, nel suo tempo correa la proporzione duodecima, e ne' tempi nostri poco differisce, ché in alcuni luochi piú e in alcuni meno si ritrova.
Mi immergevo in letture difficili. Libri lasciati sdegnosamente da parte mi attiravano con la lusinga che dovessero ispirarmi ripugnanza. Così presi a leggere parecchi dialoghi di Platone tradotti dal Bonghi; e, invece, ne rimasi ammirato e mi vergognai di avere appena tagliato quei volumi quando mi erano stati mandati dal libraio. Inoltre, mi parve segno di maturit
Egli pensa che tale rapporto, giá «suggerito dal divino Platone», sempre prevalga di fatto, e dice che potrebbe conservarsi immutabile, ove non si commettessero adulterazioni o falsificazioni monetarie.
E prima di tutto, accumulò sassolini, sassolini, sassolini, cioè fatti, fatti, fatti. Col sussidio dei suddetti strumenti, mercé i quali il primo venuto può fare in dieci minuti una ricerca che, per esempio, ad Enrico Stefano sarebbe costata mesi e mesi, Herr Philologus si fu presto cacciato in tutti gli anditi, in tutti i ripostigli ed i buchi dell'arte e del pensiero antico. In ogni momento della sua vita egli vi sapeva dire quanti και si trovano in ciascun dialogo di Platone, e in che proporzione; vi enumerava tutti gli schemi metrici delle elegie di Tibullo; vi diceva quante volte fa e quante volte non fa posizione la tal consonante doppia in Omero. Ma ancora questi fatti non erano abbastanza positivi, abbastanza cibanti, per lo stomaco di Eselkopf, uso alla salsiccia, alla birra, al sauerkraut. Eselkopf ne cercava di piú sostanziosi. E non dormiva i sonni tranquilli finché non avesse saputo per filo e per segno che qualit
ALTILIA. E qual piú chiara luce poteva oggi rappresentarsi all'anima mia, nel cui lampeggio arde la piú chiara sfera del cielo? O vita dell'anima mia, o vita dell'anima mia! CAPPIO. State in cervello, padrone, che le sue parole son pregne di sostanza: è figlia di mastro ed è una dottoressa che l'impatta a Platone ed ha le veste e tele.
Pensatore educato alla scuola dei neoplatonici, Giuliano trovava preferibile la dottrina di Plotino e di Porfirio, ed, andando più in sù, la dottrina di Platone a quella d’Origene e d’Atanasio che ne era la derivazione intorbidata. Moralista severo, egli era disgustato della corruzione in cui il Cristianesimo era caduto, appena assunto alla dignit
È sentenza di Platone, altrettanto vera quanto difficile da comprendere senz'un'attenta considerazione, che non può esser utile o guadagno alcuno fra' mortali, che non sia danno e pregiudizio d'altri.
Chi fia di sí folle sentimento, che creda che Platone volesse che Omero fosse cacciato della cittá, il quale è dalle leggi chiamato «padre d'ogni virtú»? chi Solone, che nello estremo de' suoi dí, ogni altro studio lasciato, ferventissimamente studiava in poesia?
Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino, Lucrezia, Iulia, Marzïa e Corniglia; e solo, in parte, vidi ’l Saladino. Poi ch’innalzai un poco più le ciglia, vidi ’l maestro di color che sanno seder tra filosofica famiglia. Tutti lo miran, tutti onor li fanno: quivi vid’ ïo Socrate e Platone, che ’nnanzi a li altri più presso li stanno;
Batter metallo della maggior finezza possibile. Che sia ingenito e naturale a tutti gli uomini l'amare in tutte le cose la perfezione, e di ciascuna spezie le meno imperfette nel suo essere maggiormente stimare, c'insegnò piú di una volta Platone nelle divine sue opere; ma con piú evidenza ce ne avvertisce quella che a Platone stesso fu maestra: l'esperienza.
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