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Aggiornato: 5 maggio 2025
L'assassinio del duca di Pitigliano, se era stato un mistero per il più de' cittadini di Roma, non lo era per tutti. Chi ne aveva mandato espresso avviso con lettera alla duchessa, doveva intanto saperne qualche cosa; i cinque che avevano vibrati i colpi ne sapevano più di tutti. La fante, ch'era stata messa a parte del segreto degli amori della duchessa, e che di poi era stata licenziata, se non sapeva nulla di certo, aveva però in mano un filo per far delle congetture. Da queste fonti pare adunque sieno uscite tutte le dicerie che, al pubblicarsi di quel matrimonio, innondarono tutta Roma. In sul primo le accuse non furono che a carico del signore , del quale, stando ad alcuni cronisti, non era la miglior fama in Roma, poi a poco a poco corse qualche sospetto anche sul conto della duchessa Elena. L'uomo che le avea spedita la lettera, avr
Quando ella vide per la prima volta il giovine duca di Pitigliano, un certo istinto estetico le fece bensì torcere il viso vedendo l'aspetto di lui, ma come fossero veramente fatti i bei giovani ella non ne sapeva gran fatto. La duchessa Anna, nella sua saviezza, non aveva mai permesso si mostrasse nella propria casa un volto di giovane.
Fu intorno a que' tempi che Giulio, infervorato di ricuperare e farsi padrone della Mirandola, richiese l'aiuto de' principali patrizi romani, e il duca di Pitigliano si esibì di prestar l'opera sua a quell'assedio; prima occasione in cui la duchessa s'accorse, esser la vita dell'abborrito consorte messa ad arbitrio della fortuna.
È cosa molto strana, entrò a dire un gentiluomo piuttosto vecchio, che la duchessa dopo tutti i guai che, o per colpa sua o per colpa d'altrui, ha pur dovuto sopportare, conservi ancora quella giovanile floridezza di qualche anno fa; e stassera mi pareva quella medesima, quando andò sposa del duca di Pitigliano, e per la prima volta comparve alle feste di casa Orsini.
Ma ciò non doveva succedere, e la duchessa di Pitigliano, diva del canto e della danza, fu proclamata in quella notte da migliaia di grida, intanto che la trista sorte stava per liberare la corda.
V'è un tratto della Via Mala dove il passaggero deve percorrere un tortuoso sentiero quasi al perfetto buio fino al punto che, improvvisamente, svoltando il canto, gli si appresenta l'ampia valle di Tusis tutta inondata dai vivi raggi del sole; è uno spettacolo che abbaglia la vista e fa chiudere gli occhi del viandante tormentati da quell'insolito fiume di luce. Una tal sensazione, press'a poco, ebbe a provare la giovane duchessa Elena, quando dall'ombra fitta del monastero e dagli squallidi crepuscoli delle materne stanze, stretta a braccio del duca di Pitigliano, mise il piede per la prima volta nell'immensa sala del palazzo Orsini, rischiarata da cento lampade, affollata da più di duemila persone, inondata da infinite regioni di profumi, e adornata da qualche centinaio di giovani teste maschili, l'una più bella dell'altra, raggianti desiderii e volutt
Non erano i due servi giunti al mezzo di strada Julia, che tosto un ronzìo di popolo affollato lor giunge all'orecchio; accelerano il passo; tutta la strada era ingombra dalla moltitudine. Era un bisbigliare, un chiedere, un rispondere, una confusione indicibile. Chi fu? Com'egli è avvenuto? Lo hanno morto. Chi? domandano i due servi ad una. Il secondo degli Orsini, il duca di Pitigliano.
In monastero non vide nulla di meglio, com'è facile a credersi, per cui quando le fu condotto innanzi il duca di Pitigliano, ella, non avendo pietra di paragone che le regolasse i giudizii, a malgrado di quell'involontario torcimento di viso, fe' cenno di sì, e si reputò anche fortunata.
Si sposò a Marzia Orsina sorella del conte Francesco di Pitigliano, la quale morì senza lasciargli prole; addolorato di ciò, e desideroso il Marchese di Marignano di mantenere la successione nella propria famiglia, fece dono di gran parte delle sue sostanze al fratello Agosto, consigliandolo ad ammogliarsi.
Si sparse intanto la notizia della presa della Mirandola; correvan per Roma le liste dei morti e dei feriti. Fra questi ultimi era il duca di Pitigliano. Quando una tale nuova giunse all'orecchio della duchessa, coll'aggiunta che la ferita era mortale, e ch'ei non avrebbe potuto sopravviver molto, la duchessa balzò in piedi in mezzo a' suoi servi che la guardavano attoniti. V'era nel suo volto qualcosa d'indefinibile, ma che pur faceva una tetra impressione. E corse così a chiudersi, nella sua camera, tanto ella temea di svelarsi altrui; un impulso di gioja prepotente le si manifestò allora con un singhiozzo.... Ma di colpo ne fu poi atterrita, e quand'ella tornò a mostrarsi altrui e fu veduta così pallida, così abbattuta, così prostrata, fu un sommesso bisbiglio di compassione profonda, poi un silenzio di venerazione compunta; fu trasportato intanto il marito a Roma mortalmente ferito. Ci ritornò anche colui del quale ella, per assai tempo, non seppe mai nuova. Ci ritornò sano e salvo, dopo aver gloriosamente combattuto a quella guerra, e per uscirne poi tosto e recarsi a Rimini, la quale citt
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