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Aggiornato: 12 giugno 2025


O sommo Dio, fammi sentir cordoglio prima d'ogn'altro, che di questo danno. Se questo è ver, con le mie man mi toglio la vita, e l'alma disperata danno. Così, piangendo forte e sospirando, seco dicea l'addolorato Orlando.

Ma quando venne il Conte Giordano Lancia si diè delle mani nel volto piangendo, e gridando: Oimè! signor mio, che è quel ch'io veggio! signor buono, signor savio, chi ti ha così crudelmente tolto di vita! Rispose lo Re: le fairois-je volontiers, si lui ne fùt excommunié.

Bradamante strilla, si batte il viso e poi l'una e l'altr'anca, grida a Rugger che si debba seguilla. Disse Rugger: Quando sarete stanca, terminerete di suonar la squilla: la mia sciagura abbastanza mi pare, senza far la contrada sollevare. Ruggero se n'andava a Carlo Mano; rimase la consorte disperata, che, piangendo in baritono e in soprano, ha intorno la famiglia radunata.

I’ dissi lui: «Quanto posso, ven preco; e se volete che con voi m’asseggia, faròl, se piace a costui che vo seco». «O figliuol», disse, «qual di questa greggia s’arresta punto, giace poi cent’ anni sanz’ arrostarsi quando ’l foco il feggia. Però va oltre: i’ ti verrò a’ panni; e poi rigiugnerò la mia masnada, che va piangendo i suoi etterni danni».

E come questa imagine rompeo per stessa, a guisa d’una bulla cui manca l’acqua sotto qual si feo, surse in mia visïone una fanciulla piangendo forte, e dicea: «O regina, perché per ira hai voluto esser nulla? Ancisa t’hai per non perder Lavina; or m’hai perduta! Io son essa che lutto, madre, a la tua pria ch’a l’altrui ruina».

29 per maligna intenzione, ahi lasso! (disse piangendo il vecchio incantatore) feci la bella rocca in cima al sasso, per avidit

Traversò il piccolo campo, finchè vide una croce di legno, mezz'arrovesciata nella neve; ne sbarazzò le braccia, e cadde giù, esclamando con uno schianto: M'han detto di venire da te, mamma. E piangendo cercò di chiederle perdono; si attaccò al legno con una stretta affettuosa di chi sente un cuore vicino, che risponde al suo. Poi chiuse gli occhi, per dormire accanto.

Si lamentava tutta la notte, piangendo sola, con la testa abbandonata che aveva fatto il fosso nel cuscino. Nel giorno della Epifania, Nunziata entrò a vederla e le spuntarono le lacrime agli occhi. Lei poverina, le sorrise, le mostrò, senza parlare, l'arancia che aveva nascosta sotto alla coperta, sul petto. Senti disse Nunziata ti vengo a far compagnia. Io ti voglio bene. Sai oggi che festa è?

Mentre Angelin piangendo il capo gratta, Orlando irato a chiama Ruggero, e disse: Tua sorella mi par matta: che caso è questo e che nuovo pensiero? chi è colui che di concorrer tratta in competenza a questo cavaliero? Tu doveresti saper ben la storia, ma tu mi sembri fuor della memoria. Disse Rugger: Per quel sacro battesimo c'hai sulla testa, non mi chieder questo.

Allora, Donna Letizia, soffocata dai singhiozzi, non reggendo più allo strazio, uscì. Tutte le figlie la seguirono, a una a una, piangendo, con i teneri petti oppressi dal dolore. Soltanto Natalia per curiosit

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