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Aggiornato: 12 maggio 2025
Tuttavia era stata ancora in dubbio, fino al giorno delle nozze, fino al ritorno dal Municipio e dalla chiesa: allora soltanto aveva sentito la tensione aspra dei nervi allentarsi; s'era abbandonata piangendo fra le braccia di Folco. E non era finita.
Si abbracciarono teneramente piangendo, a ciascheduno mancava la parola, le strette di mano supplivano alla voce, nell’espansione di quegli affetti domestici. Dopo tanto tempo che non si erano veduti, tutti avevano sofferto, tutti avevano bisogno di aprire il cuore riboccante di dolori e di lutto.
Poi riprendea piangendo: Era fatale Quest'amor, più di te, più di me forte; Pria mi ridiede e poi mi bruciò l'ale, E infranse e ribadì le mie ritorte. Sento che tu non sei cosa mortale, Ma ne le braccia tue sento la morte; Nel foco dei tuoi baci il cor si strugge, L'alma s'eterna, e il viver mio sen fugge.
Un giorno però, il nostro Attilio tornò a casa piangendo e singhiozzando: un bambino cattivo, uno di quei bambini maleducati che vanno alle scuole senza ricavarne profitto, gli aveva dato del bue.
Vero è il fatto, innegabil, tremendo: Non v'è in terra virtù senza pianto. Ecco il seno: ah! ch'io t'ami piangendo! Ecco il lacera, il lacera ancor!
«Per una settimana, durante cui Biale fu ammalato, Pannini trionfò presso i compagni, di cui non uno era disposto ad approvare la condotta del signor Carlo: non una visita venne a dimostrare al malato la simpatia e il riguardo di alcuno de' suoi compagni d'arme. Solo una donna venne copertamente una sera a ringraziarlo piangendo di riconoscenza: era la moglie di Pannini, la madre di Gustavo. Tutta l'ufficialit
Dapprima sperai che fosse una cosa da nulla, una passioncella fugace, come tante altre che ti colgono a diciott'anni, e, dopo aver chiuso gli occhi piangendo, ti svegli un bel mattino risanato del tutto.
Perchè s’insegue con rovente ardore Un ideal che balenando sfugge, Perchè piangendo l’anima si strugge Nel desìo, ne l’inganno e nell’amore?...
A maggior forza e a miglior natura liberi soggiacete; e quella cria la mente in voi, che ’l ciel non ha in sua cura. Però, se ’l mondo presente disvia, in voi è la cagione, in voi si cheggia; e io te ne sarò or vera spia. Esce di mano a lui che la vagheggia prima che sia, a guisa di fanciulla che piangendo e ridendo pargoleggia,
Consigli di un babbo alla sua figliuola per la scelta del marito. Mia adorata figliuola, tu leggerai da sola e forse con qualche lagrima negli occhi queste pagine, che ho scritte anch'io nella solitudine, anch'io piangendo e pensando a te. Dio volesse che tu non le avessi a leggere!
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