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Aggiornato: 27 giugno 2025


La finestra male assicurata cedendo in quel punto al vento, che soffiava in cotesto giorno impetuoso, si aperse, e il lume che ardeva davanti la immagine della Madonna rimase spento. Beatrice, per questo caso più, meno mesta di prima, mormorò due versi del Petrarca, adattandoli al suo stato: Siccome fiamma, che per forza è spenta, Se ne andò in pace l'anima contenta.

Insieme con la «Divina Commedia» anche «I trionfi» del Petrarca hanno avuto una grande influenza sulla pittura; ciò c'indica, fra i molti altri quadri, l'Orcagna stesso col suo «Trionfo della Morte» nel Camposanto di Pisa.

Canto IV del Pellegrinaggio del Fanciullo Aroldo. Roma dalle: «Antiche mura, che ancor teme, ed ama «E trema il mondo quando si ricorda «Del tempo andato e indietro si rivolve» Petrarca.

cantava il canonico Petrarca che ci stava di casa . Epis. I. c. 5. v. 13. Apocalisse storicamente interpretata da V. da Padula di Acri, Napoli 1861, p. 235. Sonetti sopra varii argomenti. Son.

Il Petrarca con ciò non faceva che un esercizio di stile, egli che in quell'inferno erasi annicchiato così per bene, e che fra poco vi doveva tornare di voglia: ma strazianti cadevano quelle parole sull'anima ulcerata del Pusterla. Al quale gi

Nell'aggirarsi oggidì entro le squallide stanze del castello di Avignone, sorgono davanti agli occhi Petrarca, madonna Laura, non che la figura romantica dell'ultimo tribuno dei Romani, e rallegrano così la tristezza che regna entro a quelle mura.

LIMERNO. Sopra tutte le altre quella reputo degna, laudo, magnifico, e contra li detrattori di essa virilmente lei deffendo; ché, quando talora per sotto queste ombre mi trovo le belle rime del mio Francesco Petrarca aver in mano ovvero quella fontana eloquentissima del Boccaccio, uscisco, leggendo, fora di me stesso, devengone un sasso, un legno, una fantasma, per soverchia maraviglia di cotanta dottrina!

Pensate un po', infatti, al tipo del letterato italiano, quale, delineatosi fin dagli albori della nostra vita nazionale, s'è poi mantenuto sino agli ultimi tempi. Dante scrive trattati teorici di letteratura, di lingua, di politica e di scienze, e compone la Vita Nuova, il Canzoniere e la Divina Commedia. Il Boccaccio si sprofonda nella piú minuta e riposta erudizione, e dalla vita piú libera e godereccia toglie i colori pel suo libro immortale. Petrarca è padre dell'umanesimo, veglia le notti a decifrare codici, scrive lettere e libri e un poema in latino; e la piú sottile e viva psicologia, il piú raffinato sentimento musicale ispirano le rime d'amore a cui deve la sua fama perenne. Poliziano inizia la filologia, usa come lingue native il latino e il greco; ma gli studî e le cure minute non ottundono la sua sensibilit

Quindi un errore involontario e frequente: di tener il secolo decimoquarto, il secolo di Dante, Petrarca, Boccaccio e Giotto, quasi piú splendido in tutto, anche in politica, che non il decimoquinto, in che niun nome tale non apparisce a colpir gli animi nostri.

Per accorciarla, il Petrarca non parlò che per , che di ; onde Venturino ebbe a dire allo zio arciprete: Come predica bene quel signor canonico!» e Franciscolo, lasciandogli la sua ammirazione, portò seco l'idea che questi grand'uomini non rechino grande ristoro grande ajuto nelle infelicit

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