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Aggiornato: 27 giugno 2025
I Romani mandarono un'ambasceria a Clemente VI per sollecitarlo a voler far ritorno a Roma; trovavasi fra i legati Cola. Fu appunto in Avignone che Petrarca lo conobbe.
Se non che lo stesso Benedetto XII, dal quale molto speravano i Romani, rimase sordo alle loro preghiere, alle loro ripetute istanze, perchè trasferisse di bel nuovo la sede del Papato a Roma. Il partito francese vi si oppose virilmente; il re costrinse il Papa a rimanere in Avignone, motivo per il quale Petrarca lo fece segno ai più vivi rimproveri.
Francesco Maria Zanotti, che soli quattro lirici sommi voleva riconoscere in Italia, tra questi collocò il CHIABRERA. Scipione Maffei riconosce due scuole poetiche in Italia, quella del Petrarca e l'altra del CHIABRERA. Antonmaria Salvini affermava niuno meglio del nostro poeta aver inteso il carattere sublime di Pindaro e il vezzoso d'Anacreonte. Ma parecchie difficolt
GIULIANO, I Dodici Cesari, DOMIZIANO. PETRARCA, Canzoni. «A cagione del tuo cuore di ghiaccio, e del tuo ghigno di vipera; a cagione delle perfide tue iniquit
Perchè no? Ossa vecchie e legna secche avvampano più presto. .........i' sarei preso ed arso Tanto più, quanto son men verde legno, diceva messer Francesco Petrarca; e delle cose di amore il canonico Petrarca intendeva assai addentro, e più disonestamente, che non ci vuol dare ad intendere il vecchio peccatore perocchè ei fosse dei vostri...
Tra questi riportava allora il vanto Francesco Petrarca, gi
Essi non avevano idea veruna nè di Petrarca, nè di madonna Laura, nè di Cola di Rienzo, nè di Giovanna di Napoli; sapevano però che quelle mura avevano albergato Papi e potevano credere che anche attualmente un Papa era in certo modo prigioniero della Francia, e che si andava dicendo potesse venire condotto in Avignone.
L'amore infiammò l'anima di Dante, e la presenza e la memoria della sua Beatrice furono gli eccitamenti del suo ingegno. Lo stesso avvenne al Petrarca colla sua Laura. Il Boiardo, il Pulci, l'Ariosto, il Tasso, ecc. ecc., quanto non si compiacquero tutti de' nuovi sentimenti amorosi!
Lo stesso Boccaccio «terzo fra cotanto senno» volle onorare il nostro messer Cino in un Sonetto in morte del Petrarca, ponendolo in schiera con gli altri poeti d’amore, allorchè disse: Or con Sennuccio, con Cino e con Dante Vivi sicuro d’eterno riposo.
L'Anna Bolena, che era stata cantata a Firenze dalla Ungher, in quei giorni era interpretata al Teatro Alfieri dalla signora Brighenti e da altri bravi artisti, che l'impresario Giuseppe Feroci aveva condotto nella capitale dopo aver fatto con essi la stagione di primavera al Teatro Petrarca di Arezzo.
Parola Del Giorno
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