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Aggiornato: 8 luglio 2025
Quindi, volgendosi a Spinello, gli disse: Amico mio, vorrei esser sorretta da te. Spinello si affrettò a prenderla tra le sue braccia. Mia buona Cia, allontana quegli uomini. E allontanati anche tu, te ne prego. Vorrei dire qualche cosa a Spinello. Mi perdoni tu, non è vero? Cia baciò la mano della sua padrona e si tirò in disparte, dall'altro lato del terrazzo, dopo aver congedato i famigli.
"Mi perdoni," risposi, "il suo giudizio non mi pare abbastanza favorevole per poterle dire che la penso come lei. Quanto a ignoranza, mi scusi, non tocca a noi Italiani, a noi che abbiamo ancora citt
Perdoni signor Nicodemo, perdoni la mia franchezza, mia figlia è degna di lei, se lo può la faccia felice, è una madre che la supplica, una madre che non vive a questo mondo che per la sua diletta figliuola. Il maggiordomo riavutosi appena dal primo stupore ricadde subito in un altro non meno profondo allorquando comprese chi gli veniva proposto in moglie.
Mio signore, perchè mi dite voi ciò? rispose il Fiesco, maravigliato. E perdoni Vostra Altezza, se ardisco interrogare: ma è così nuovo e così immeritato il rimprovero, che io sento il bisogno di chiederne il perchè. Il perchè non è difficile a dirsi; replicò Ferdinando. Lo sapete, il proverbio? Chi non è con me vuol esser contro di me.
Mi provai a disegnare una tela d'idillio, pensai alla bella giovinetta dalle braccia di latte, alla sua fontana sul crocicchio, alle finestre fiorite di garofani; pensai anche a Lei, mi perdoni, amica mia. Ella sa il mio metodo di lavorare; piglio una figura vera e ci filo attorno poesia, seguendone le forme e insieme nascondendole altrui.
E dire che non l'ho mai udita, non l'ho mai udita! singhiozzò. Le labbra di Nancy rimasero chiuse. Il suo cuore era chiuso. Non parlò. Aldo fissò in lei le inondate pupille, e avrebbe voluto che anche lei piangesse. Non mi perdoni? non mi perdoni? singhiozzò. Nancy col capo fece cenno di sì. Ma non vuoi più che si torni insieme? Non potremo mai più essere felici tutt'e tre? No, disse Nancy.
LIMOFORO. Poiché l'ingiuria che m'ha fatta è riuscita in mio grandissimo onore, e ho conosciuta la mia carissima figlia, come cagione della mia felicitá vo' che se gli perdoni. Capitano, liberate quest'altro che vo' che non solo sia libero ma che ancor mi sia carissimo amico, perché non è piccola cosa aver un tal per amico né aver un tal per inimico.
Cimabue che conosceva l'ortica al tasto, rispondeva con una voce in cui si sentiva un'improvvisa contentezza. Mi perdona? le domandavo. Oh buon figliuolo! rispondeva; perdoni lei a me, che sono una brontolona e una zotica.
La fanciulla voleva restare sola tutto quel giorno, tutto il tempo che Filippo fosse rimasto assente; ma aveva appena bevuto l'ultimo sorso di caffè, che udì battere all'uscio. Avanti! disse. E invece dell'albergatrice, essa vide comparire la Teobaldi, sorridente e incerta. Mi perdoni, signora contessa, cominciò questa, ferma sul limitare.
«Io credo benissimo al prodotto assai grande delle vostre caccie. Solo io rideva all'idea di una chiesa riempita di selvaggiume. «Ah ah, sicuro, la cosa è proprio da ridere. Ma io non trovava subito un altro recipiente un po' vasto.... Dio mi perdoni la mescolanza delle cose sacre colle profane.
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