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Aggiornato: 4 novembre 2025
La duchessa si alzò, accennò al paggio di sospendere la lettura, e, pallida, si concentrò in sè medesima. La figura del Lautrec, per l'effetto di que' versi essendole comparsa innanzi come se fosse la vera, fu la causa di quel turbamento. Dileguatosi però, e pensando che non vi poteva essere più pericolo, e che Lautrec era in Francia, si ricompose e tornò a sedersi fra le donne.
Vi giunse alcuni giorni dopo, e pensando esser debito suo, prima di scavalcare alla propria casa, di recarsi tosto al palazzo Aurelio, al palazzo della duchessa Elena, lo fece di fatto.
Adesso, col facchino dietro, erano in piazza della stazione. Dove andiamo? ella chiese. Non so.... rispose Ferrante, incerto. Avremmo dovuto partire ieri sera. Stanotte, io non sono rientrato in casa mia, ero così turbato.... Quando parte, il prossimo treno, per Firenze? diss'ella, brevemente. Alle dieci e mezzo, fra tre ore. Tre ore, tre ore.... mormorò Grazia, come pensando.
Il ragazzo intascò ogni cosa, ringraziando a mezza voce, col suo fare burbero, ma con uno sguardo per la prima volta sorridente e affettuoso. Poi s'arrampicò nella sua cabina, tirò la tenda, e stette queto, pensando ai fatti suoi.
Ti dirò io come puoi essere scusato, rispose il conte Lombardi. Vieni a pranzo da noi, domani. È detta? È detta! ripetè Filippo, pensando che aveva sperato di ripartire subito, ma che a quel secondo invito bisognava arrendersi. Ecco, benissimo, osservò Ada de Idris. Domani vai a pranzo da Lombardi, e domani l'altro mi accompagni a Vittorio, da Leopoldo, e ti fermi da noi.
Il Feraudi, marito filosofo, lo aveva appena veduto qualche volta pascolar le sue bestie sui greppi, tra il Martinetto e la Balma. Pure, si mostrò addolorato per le disgrazie di quella povera gente: ed anche ne fu consolato, pensando che la sua conversazione andava lontana le mille miglia da ogni pericolo di galanteria.
Poverino!» E questa lettera porta la data del 1º gennaio, cioè della vigilia della rivoluzione! Quando si pensa alla importanza assegnata dal processo al Cipriani non si può fare a meno di sorridere pensando all'accordo singolarissimo, che esisteva tra questi non meno singolari cospiratori!
Il sottoprefetto aveva udito parlare più volte della gioventù e della bellezza del priore; ma aveva sempre data la tara alle chiacchiere della gente, pensando che si esagerano sempre le qualit
Le accarezzò le mani ruvide, chiudendo li occhi, co ’l cervello un po’ svanito, pensando all’abbondante capellatura disciolta che quelle mani avevano tante volte toccata. Rosa, da prima, non comprendeva; credeva a qualche subitaneo desiderio di Don Giovanni, e ritirava le mani mollemente, dicendo delle parole ambigue, ridendo. Ma Don Giovanni mormorò:
EUGENIO. Siamo entrati in una sventura maggior della prima; ché se ogni travaglio e affanno era leggiero con speranza al fin di riposare, quanto or mi è grave pensando esser al fin pervenuti e siamo nel cominciare!
Parola Del Giorno
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