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Aggiornato: 12 giugno 2025
FR. Per che cagione ti maravigli, non ti facendo maraviglia dell'anello di quel pastore di Lidia, detto Gigi, celebrato e da Platone e da Cicerone?
Egli t'ha sanate le piaghe col sangue suo, e piú, ché ne se' facto ministro; e tu el percuoti con lascivi e disonesti peccati! Il pastore buono ha lavate le pecorelle nel sangue suo; e tu gli lordi quelle che sonno pure, tu ne fai la tua possibilitá di mecterle nel letame. Tu debbi essere specchio d'onestá; e tu se' specchio di disonestá.
79 Tu, gran Leone, a cui premon le terga de le chiavi del ciel le gravi some, non lasciar che nel sonno si sommerga Italia, se la man l'hai ne le chiome. Tu sei Pastore; e Dio t'ha quella verga data a portare, e scelto il fiero nome, perché tu ruggi, e che le braccia stenda, sì che dai lupi il grege tuo difenda. 80 Ma d'un parlar ne l'altro, ove sono ito si lungi, dal camin ch'io faceva ora?
Licenziato il pastore, cercammo ricovero in un pagliaio, ma il tremito delle membra e lo stridore dei denti per vento freddissimo ci contrastarono il sonno, malgrado la stanchezza grande, finchè il sole non ci ebbe intiepiditi. Ci svegliammo alle nove, poi vennero le dieci, poi le undici. «. . . . . e l'ora trapassava «Che il cibo ne soleva essere addotto «E per suo sogno ciascun dubitava.»
Ei ben si può dar vanto d'esser nato per governar provincie, imperii e regni: di che, non sol s'allegra l'Arno e Ibero, ma tutto quello che la santa Chiesa onora ed ama; onde confuso trema, sotto il nome Clemente di pastore, non manco che giá fesse il fiero artiglio del Lion valoroso, ogni gran fiera ed ogni lupo al bel gregge nimico.
23 Nel ritornar s'incontra in un pastore ch'a cavallo pel bosco ne veniva, cercando una iuvenca, che gi
Boschi di roveri, di pini e di faggi cuoprono la massima parte di codesti dirupi. A tali notizie lusinghiere, onde il pastore compulsato dalle nostre interrogazioni, ci veniva consolando, i soldati facevano i più ameni commenti, finchè si toccò in sull'alba la vetta.
Come appena i Sondriesi udirono entrato in forza dei nemici un pastore che sì caramente guardavano, sorse in tutti una piet
Fu cantata costei da l'aurea cetra d'un ben dotto pastore, a cui Parnaso concedette non sol tener le Ninfe al dolce suon de le palustri canne, ma gli mostrò i secreti di natura, e render la salute a i membri infermi.
Etna così, quando dai fianchi immensi L'infocata trabocca onda vorace, E di sabbie infiammate e zolfi accensi I campi opprime, e l'aria accende e inface, Al povero pastore, in men che il pensi, Cinge di fiamme il campicel ferace, E, fatta isola intorno a lui che fugge, Lento e crudel tutto divora e strugge.
Parola Del Giorno
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