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Aggiornato: 19 giugno 2025
Fanno uso più di frequente di latte e qualche volta, se muore un animale, si cibano di carne. Si può dire che non conoscono la pasta, mentre spessissimo mangiano erbe cotte e senza condimento di olio. Uomini di ogni et
Purificati in tal modo i cenci, bisogna disfarne i tessuti, disunire le fibre vegetali e mescolarle in modo da ricavarne una specie di pasta. A tal fine si ammontano i cenci in una gran vasca detta marcitoio, nella quale sono mantenuti sempre fradici, affinchè si decompongano.
Qui lo spettacolo è degno d'un'ode di Vittor Hugo. Sul primo momento par di essere sotto una delle immense tettoie arcate delle stazioni di Londra. Son due gallerie lunghe come il Campo di Marte, larghe novanta uomini di fronte, e piene di luce, nelle quali mille macchine enormi, un esercito di ciclopi di metallo, minacciosi e splendidi, alzano le teste, le braccia, le mazze, le lame, fitte e intricate, fino alle vôlte altissime, producendo il fragore d'una battaglia. Una immensa trasformazione di cose si compie da tutte le parti. Il foglio di carta esce in buste da lettera, lo spago in corde, il bronzo in medaglie, il filo di ottone in spille, il filo di lana in calze, il pezzo di legno in frammenti di mobili; la ricamatrice svizzera ricama con trecento aghi, il papirografo inglese riproduce trecento esemplari d'un manoscritto, la macchina dei saponi taglia i cubi, gl'involta e li pesa; la macchina del Marinoni mette fuori i giornali piegati; le gigantesche filatrici di Birmingham e di Manchester lavorano accanto alle macchine d'estrazione delle miniere; la grande macchina da ghiaccio getta il suo furioso soffio gelato in mezzo agli aliti di fuoco delle macchine da gaz; altre lavorano i diamanti, altre lacerano e torcono il metallo come una pasta, altre lavano, raffinano, travasano, disegnano, dipingono, scrivono; in ogni parte freme una vita meravigliosa ed orribile di mostri di cento bocche e di cento mani, che irrita i nervi, introna le orecchie e confonde l'immaginazione. Qua e l
La dura è il grano più usato dalla popolazione: i benestanti usano molto il teff, che somiglia al nostro miglio, e col quale fanno dei pani simili a grandi ostie tutte a piccoli fori come un merletto, sempre molle come pasta cruda, anche se stracotto. Hanno buon frumento, ma raramente lo usano.
«Un anno di reclusione, con seicento grammi di pane in due razioni e due mezze gamelle di pasta in brodo al giorno, basta per ritornare alla societ
¹⁶⁴ Pupu cu l’ova, nei monasteri e nell’alta pasticceria siciliana, specie di colombina, fatta di pasta dolce con un rialzo ad un lato, con isquisita conserva.
Si rabboniva, dovendo confessare che non ero una cattiva pasta, che dopo il matrimonio la mia condotta fu sempre regolare ed incensurabile; ma non poteva dimenticare la fatale influenza di quella finestra sulla nostra famiglia. Infatti quella finestra coi nuovi amori ci dava sempre dei pensieri smaniosi.
Come nel paese di Cuccagna, non è vero? gridò Michele. Ma il signor Lorenzo non è di quella pasta; egli ci ha il sangue di suo padre nelle vene, e va innanzi badando agli ostacoli come io a questo bicchier di vino. Ma a proposito del signor Lorenzo, sapete che son venuto a chiedervi un servizio? Per il signor Salvani e per voi sono pronto a buttarmi nel fuoco. O siamo amici o non siamo.
Intanto la pasta s'era cotta. Sciaverio distribuì le scodelle, i cucchiai di legno; levò la pentola dal fuoco; andò a versare met
Oh, togliamo una volta le mani da questa sozza pasta, congratulandoci dei progressi che alla ragione criminale fecero fare coloro, i quali non temettero offendere i principi col francheggiare la sicurezza di tutti.
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