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Aggiornato: 8 giugno 2025


RUFINO. Qua giú, che usciva de un certo monestero, e parvemi ch'ella avessi la Rita con esso lei. CURZIO. In che luogo sta quel monestero? come se chiama? RUFINO. Questo ch'io non so. CURZIO. Sai perché ch'io tel dico? Per ciò ch'io ancora mi sono giá parecchie volte imbattuto in una che tutta alla Rita se assomiglia; e, ogni volta che l'ho incontrata, me ssi è fugita dinanzi.

Quando la rota che tu sempiterni desiderato, a mi fece atteso con l’armonia che temperi e discerni, parvemi tanto allor del cielo acceso de la fiamma del sol, che pioggia o fiume lago non fece alcun tanto disteso. La novit

Parvemi da prima ch'essi macchinassero qualche orribile disegno; li intesi proferire sommessamente il nome del colonnello; poi vidi segni e gesti minacciosi, accompagnati da bestemmie ed imprecazioni; alla fine compresi il mistero.

Io t'inghirlando, o fonte ove quel giorno parvemi bere in coppa jacintea il sangue d'una dea, che a 'l cuore mi fluì letificando! Scendemmo il piano margine; e commise in dolce atto Isotta il fior de la sua bocca ad una vena e fresco e vermiglio e vivo rise quel fiore in tra la rotta onda e s'aperse, ch'io ritenni a pena un grido e in su la piena bocca più baci e più, cupido, impressi.

Con lungo piacere io la baciai d'amore che parvemi ne 'l cuore tutte le rose avere. Ben or, se l'aulorose labbra onde il miel trabocca bacio, sapor di rose mi si diffonde in bocca. ROND

Quando la rota che tu sempiterni desiderato, a se' mi fece atteso con l'armonia che temperi e discerni, parvemi tanto allor del cielo acceso de la fiamma del sol, che pioggia o fiume lago non fece alcun tanto disteso. La novita` del suono e 'l grande lume di lor cagion m'accesero un disio mai non sentito di cotanto acume.

E come al salir di prima sera comincian per lo ciel nove parvenze, che la vista pare e non par vera, parvemi novelle sussistenze cominciare a vedere, e fare un giro di fuor da l’altre due circunferenze. Oh vero sfavillar del Santo Spiro! come si fece sùbito e candente a li occhi miei che, vinti, nol soffriro!

S'i' era sol di me quel che creasti novellamente, amor che 'l ciel governi, tu 'l sai, che col tuo lume mi levasti. Quando la rota che tu sempiterni desiderato, a se' mi fece atteso con l'armonia che temperi e discerni, parvemi tanto allor del cielo acceso de la fiamma del sol, che pioggia o fiume lago non fece alcun tanto disteso.

parvemi, Omero, il dáttilo fiorisse in sommo de 'l gentil labbro, che nacque a favellar ne 'l tuo puro idïoma. Pascono in ozio su le mura erbose i cavalli asïatici d'Erode, mirabili cavalli; e tra le rose il fluttuare de le lunghe code mollemente si perde. Accidiose dormon le palme a torno in su le prode, e or or no ne 'l sonno de le cose il vivente de 'l mar fremito s'ode.

Se io non andai errato nel giudicare, parvemi che come Clelia vide Raimondo, si turbasse nel viso, quasi non s'attendesse d'incontrarlo; e partendo da questa prima osservazione, immaginai di vedere per tutta quella sera le traccie del turbamento sul suo volto, e ch'ella facesse del suo meglio per dissimulare. Comunicai il mio pensiero a Raimondo; e non è a dire se egli n'andò lieto.

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