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Aggiornato: 24 maggio 2025
Subito dopo essa fa introdotta nel salotto elegante, dove monsignore dava udienza ai supplicanti, insultando quasi col suo fasto alla loro miseria. Monsignor Pagni, vestito colla consueta ricercatezza, in sottana di seta paonazza, stava seduto, in atto di molle riposo, sopra un soffice seggiolone; nè all'aprirsi della porta si volse a guardare chi entrasse.
Il piroscafo ha fatto la traversata: il timoniere colla mano sui raggi di una ruota di bronzo specula acutamente il punto da sbarco, il capitano parla col portavoce agli uomini bruni giù nella pancia. Sulla spiaggia appaiono case e portici, e portici e case, fuggenti nell'ombre che si addensano nella gran montagna paonazza cupa. Un facchino grida: Chi ha bagagli per Cannobbio?
Il medesimo broccatello verdebianco si sbiadisce su le seggiole, su le poltrone, nelle tende, nella portiera dell’unica porta. È un pomeriggio di maggio. Il sole, traversando i grappoli spessi di glicini, fa una luce d’ametista come se accendesse la tonaca paonazza d’una Martire nella vetrata d’una cappella.
Ma la beatissima Vergine si era lasciata andare di traverso sull'uscio, e non permetteva penetrare a chicchesia, impacciata da un lembo della sua tunica paonazza accroccata ad un gancio sul portone, dove appiccavansi i nibbi.
Dalla chioma leggiadramente azzimata intorno alla chierica fino alle scarpette da damigella, tutto era in lui accurato e lindo; l'abito dal taglio elegante, la mantelletta paonazza, finamente pieghettata, le calze di seta, il cappello coi fiocchi lucenti, ogni cosa rappresentava il lusso ecclesiastico in tutta la sua pompa. Marini e Leoni si alzarono in piedi, al primo presentarsi di monsignore.
Allora depose la stola paonazza, il colore della doglia e della tristezza; e prese la stola bianca in segno di gioia, ad annunziare che la macchia originale stava per essere cancellata. E chiamò Raimondo per nome, e gli rivolse le tre domande solenni. E il patrino rispose: Credo, credo, credo. La cappella era singolarmente sonora.
L'usciere avvertì il prelato che il Supremo Tribunale si stava raccogliendo nella gran sala. Una seduta della Sacra Consulta. Tutti erano al loro posto: i dodici giudici in sottana paonazza sui loro scanni, e fra essi il presidente in seggio più elevato; monsignor relatore alla sua tribuna, il procuratore del fisco al suo scanno, e dirimpetto a lui il difensore, l'avvocato Leoni.
L'uomo di cui, anche da lontano, Nancy vedeva i capelli scompigliati e la faccia paonazza, era riuscito a liberare un braccio dalla stretta convulsa delle donne, ed ora, con rapido moto, strappò dalla tasca qualche cosa su cui il sole balenò. Dio! Ha un coltello o un revolver! sussurrò Nancy. Anche le donne avevano veduto, e urlavano, aggrappandosi a quel braccio levato, e invocando aiuto.
Le manine cadevano lungo i fianchi, inerti; il mento si faceva più depresso; la fontanella si faceva più profonda, senza alcun palpito. E a un tratto il morente dava segno d'uno sforzo; il dottore subito gli sollevava il capo. E usciva dalla boccuccia paonazza un po' di liquido biancastro.
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