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Catone lo aveva preso per la mano, ed anche il marinaro si era alzato dalla panca e, dismettendo il fumare, erasi posta la pipa in tasca. In un attimo tutti si affacendarono per porre in pochi minuti in sesto la mensa. Il Caprone (ci sia permesso chiamarlo così fino a che non verr

Data, un minuto prima, al bucato l'unica camicia di lana, non avanzavagli che l'uniforme per cuoprirsi. Il suo baule non contenne mai filo di cotone o di lino, mai odorò di lavanda. Condiscese al pagliericcio pel decoro del grado di colonnello, ma letto favorito eragli la panca.

Indi, accostando il cavallo alla panca su cui era adagiato Giacomo Pico, e fatto della mano un cortese saluto al suo avversario, gli disse: Messere, io vo' aiutare al vostro risanamento, più efficacemente che non abbia fatto Anselmo Campora, detto il Picchiasodo, capo de' miei bombardieri.

Ma che dice mai?... è un onore, un onore grandissimo. Peccato che non sia mattina di buon passo... Entri entrino... Nando, marmotta! pulisci la panca. Compatiranno; si sa bene, se lo avessi saputo prima... ma qui siamo alla militare, sans façon, come si dice!...

Aldo e la donna camminando lentamente erano passati a sinistra, ed ora si erano seduti su una panca in faccia al Crédit Lyonnais. Vuole aspettare un momento? disse Nancy all'inglese. Poi mosse rapida verso la panca; mentre Mr Allen, impassibile, rimaneva a guardare gli alberi. , era Aldo: Nancy lo udì ridere. Ma chi poteva essere quella donna grassa?

Solo un famiglio dormiva sdraiato su d’una panca; una fioca lucerna strideva in un cantuccio. Ugo la tolse, e di tal guisa si rischiarò la via per un lungo corridoio che ripercuoteva cupamente il suono dei suoi passi, e in capo al quale era una porta ferrata.

Uno stropiccio di piedi, un concerto di gole raschiate e di nasi soffiati con forza avvertì la Teresa che la messa era terminata. Le sue vicine uscirono dall'altra parte della panca. Ritta presso a lei, la Giulia Orfei le toccò leggermente la spalla. Non vieni? La Valdengo si scosse. Hai fretta? Che vuoi restare? No vengo.... or ora. Ebbene resta fin tanto ch'io saluto Wolff, il pittore tedesco.

Sulla più alta prominenza di quel paesello alpestre, isolata e discosta un tiro di fucile dalle casupole sparse, sorge una piccola chiesa di povero aspetto, ma da poco tempo restaurata, sullo stile gotico, geniale. Era capace soltanto di duecento persone circa, quando stassero pigiate. Nel momento in cui Violetta s'inginocchiò su di una panca, presso l'altare della vergine, nessuno stava in quel sacro recinto. Un momento di grande poesia, per un artista, per un poeta, un perfetto quadro di Raffaello, mentre col

Io fui l'ultimo, perchè mi ero posto dietro tutti, sulla panca in giro dello stanzone immenso. Mi si conosceva di nome e questo mi suscitava la speranza che avrei potuto indurli a farmi comperare qualche vivanda per la cena. Ma era troppo tardi. Erano quasi le nove. E i detenuti, a quest'ora, dovevano avere la pancia piena. Se avessero potuto aiutarmi, lo avrebbero fatto volentieri.

Essa era seduta su d'una panca, accanto a sua zia tra il pulpito su cui era asceso il prete e la posizione che occupava io stesso