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Aggiornato: 4 giugno 2025
Zaira, che dicemmo parea dormisse, udì, ne fu dolente ma non lo confessò e solo disse, rialzandosi alquanto, dal suo improvvisato giaciglio: Ma chi è mai, quella fortunata donna, che voi amate sì fortemente, e che per ventura non vi corrisponde? È forse l'araba Fenice?..... Pentito Alfredo allora, del proprio enfatico dire, chiese perdono collo sguardo, e si tacque fino al levar del giorno.
A diciannove anni si era ammogliato con una giovane che ne aveva diciotto. Dopo la cerimonia nuziale la sposa gli raccontò che un altro un «civile» l'aveva delibata a tredici. Fu una notte burrascosa quella della sua confessione. La poveretta gli buttava le braccia al collo piangendo dirottamente e gli domandava perdono. La colpa non era stata sua. A tredici anni non si ha la testa e una ragazza si lascia saccheggiare della verginit
Guai a coloro che seguono la luce belante della luna e i lamentevoli clarini delle mandre, e i flauti amari dei pastori, che perdono vìa per l'azzurro i lunghissimi filamenti dei loro suoni nostalgici! Guai a coloro che rifiutarono d'accordare il galoppo del loro sangue al galoppo del mio, devastere.
La sua voce era così sommessa! Pensai sentirvi un'amarezza tanto profonda che ne rimasi muto, accorato. Ma ruppi subito il silenzio, affrontai per istinto l'argomento dove sentivo un'ombra e un pericolo. Dissi che vi è, sì, una sublime poesia nella creatura mite, umile, di fantasia scarsa e di cuore profondo, che ama una volta sola; ma che vi hanno pur nature nobili, tanto impetuose di cuore che facilmente si feriscono nel loro slancio, perdono, per così dire, i sensi dell'amore e della fede, giacciono come morte, come aquile stordite dal fulmine; ma poi si muovono, si alzano, si slanciano ancora. Sono nature ricche di energia vitale, forti di volont
13 Orlando l'elmo gli levò dal viso, e ritrovò che 'l capo sino al naso fra l'uno e l'altro ciglio era diviso: ma pur gli è tanto spirto anco rimaso, che de' suoi falli al Re del paradiso può domandar perdono anzi l'occaso; e confortare il conte, che le gote sparge di pianto, a pazienza puote;
Sembrava un richiamo, un invito dolce e sommesso, una tacita preghiera, un incenso d'amore, di pace, di perdono. Con uno sforzo violento M
Lalla aveva l'abitudine di ritornare da Santo Fiore al Villino tutte le sere a piedi, dopo di aver preso il perdono in chiesa, con miss Dill e con don Vincenzo. La strada, larga e dritta, era tutta chiusa da folte siepi di pruno selvatico, rese più fitte dagli ontani che vi si spesseggiavano. Solo ad una met
Chi ti parla di scudieri? interruppe sdegnosamente il signore: E chi ti dice che quelli siano a sproni d'argento? Messere, dico per dire. Parla di quei dappochi coi garzoni di falconerìa, e tieni le loro imprese per narrare quando i miei servi stregghiano i somieri. Fatemi perdono. A un patto, Guidello: che la tua mano un dì o l'altro corregga la scappata della lingua. Hai capito?
Don Pietro non poteva immaginarselo; indovinava per altro che avesse da dirgli molto, e che sentisse ancora di non essere indegno di perdono, poichè non aveva sfuggito il colloquio, anzi mostrava di desiderarlo tanto.
70 Domandò lor perdono, che d'amore ch'a un giovinetto avea portato, spinta, e da piet
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