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Aggiornato: 9 giugno 2025
Il cane non li badava, e con la coda e gli orecchi bassi continuava la corsa, senonchè sentendosi un'altra volta chiamare, volse alcun poco il muso con sospetto, e sbirciandoli coll'occhio sano, rispose: "Lasciatemi andare pei fatti miei; io non do fastidio a nessuno." "No, sosta; noi non vogliamo farti male; vogliamo che tu decida una nostra lite."
E un che d'una scrofa azzurra e grossa segnato avea lo suo sacchetto bianco, mi disse: <<Che fai tu in questa fossa? Or te ne va; e perche' se' vivo anco, sappi che 'l mio vicin Vitaliano sedera` qui dal mio sinistro fianco. Con questi Fiorentin son padoano: spesse fiate mi 'ntronan li orecchi gridando: "Vegna 'l cavalier sovrano,
Fece appello a tutto il suo coraggio e frenando i tumultuosi battiti del cuore s'irrigidì contro il tronco dell'albero, rattenendo persino il respiro onde non attirar l'attenzione delle fiere, cogli occhi fissi sotto gli alberi e gli orecchi tesi per raccogliere il menomo rumore. Passarono dieci minuti di angosciosa aspettativa.
E mentre due guardie inoltrandosi li squadravano, e andarono a posarsi in fondo della vasta taverna: un altro sconosciuto, a Musone poco discosto, e che stando in orecchi, aveva raccapezzato di que’ discorsi, a mezza voce disse loro:
Il Maso, tutto orecchi da un'ora ad ascoltare quell'importantissimo dialogo, nello stupore onde lo avevano compreso certe inaspettate rivelazioni, non era stato saldo abbastanza. Si aggiunga che il paggio di Anselmo Campora non era più l
Il conte Luca si turava gli orecchi con le dita; Gasparo corrugava la fronte come se lo prendesse un rimorso di non esser sul luogo della pugna; Margherita imitava ridendo il suono delle cannonate: bum, bum. Poi si metteva a canticchiare una delle canzonette patriottiche di quei tempi: Fuoco sopra fuoco S'ha da vincere o morir, ecc. ecc. Oppure
Signora, io non ho cera qui sotto le mani per turarmi gli orecchi, come fece Ulisse, allorquando egli ebbe a trovarsi in un caso simile al mio; ma vi giuro che, se voi proseguite a parlarmi così dolcemente, io supplirò alla cera colla palma delle mani.
Il buon uomo, esperto della vita, pratico di queste faccende, avvertiva il giovine che qualcosa di troppo azzardato era giunto agli orecchi dei superiori. La parola «scandalo» doveva essere stata pronunciata. Non glie ne facevano una colpa enorme, no, Dio santo! si sa, un prete giovine, e nella noia di quei paesi!... Comprendevano benissimo, compativano...
Il bravo e modesto artefice cascò dalle nuvole udendo quella domanda di matrimonio fatta a sua figlia da un pittore famoso e recata a lui da un uomo così ragguardevole, da uno dei maggiorenti di Firenze, qual era messer Dardano Acciaiuoli. Non accettò lì, su due piedi, perchè voleva interrogare sua figlia, ma in fondo in fondo perchè non credeva a' suoi medesimi orecchi.
Nessuno aprì bocca, neppure il padrone, che si allontanò ben presto con un ronzìo negli orecchi. La macchina continuava il suo verso.
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