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Aggiornato: 2 giugno 2025
La signora Argellani, guidata dal medico, entrò nell'aria soffocata del colombario, e le si strinse il cuore alla vista di quella bassa vôlta, di quelle pareti le quali parevano doverla opprimere, man mano che si fosse inoltrata in quell'andito. Ohimè! disse ella, guardando compassionevolmente quelle nicchie. Come si ha da stare a disagio qui dentro!
Così vorrei dormire il sonno eterno, lontano dalle visite cerimoniose dei viventi e dalla mala compagnia dei defunti. Ma ohimè, quando morrò, e se morrò nel mio letto, il mio sogno non giover
Nulla, cavaliere; io non avrei mai sospettato... Mio padre mi fece credere sempre ch'egli era rimasto orfano presto, e che i suoi genitori, nobili del Vicentino, non avevano più alcun parente. Ohimè! Allora voi non potete fornirmi prova alcuna.
L'adoperò sovente la buona memoria di Alessandro VI; ma a lui poco importava si lasciasse dietro le tracce. Per me faccio di berretta ad Alessandro Magno; col ferro si taglia netto ogni nodo gordiano, e ad un tratto... Ohimè, il ferro! O che non lascia dietro a se traccia il ferro?
Tecla che se ne stava in sala dove s'era seduta il mattino nè si era più mossa, sbigottita della propria solitudine; udito il rumore delle ruote, corse verso l'atrio, di che animo si può immaginarlo. Il suo primo pensiero fu che la signora avendo incontrato tra via Giuliano, se ne rivenisse con lui; ma ohimè! la vide come era abbandonata sulla spalla di Marta, e le parve morente.
Poi provava come una specie di rimorso, che non meritava avere, eppur crudele assai, nel dire a sè stesso che egli solo forse aveva cagionato le sventure di Gabriella. Ohimè! pensava, sarebbe vero? Sì, pur troppo lo temo.... Ecco dunque per una trama, ordita da colei, che cosa è divenuta una fanciulla pura, buona, che io avrei resa una donna rispettata e felice!
Gabriella fremette. Ohimè! che cosa avrete voi pensato della sposa di Federico, del fratel vostro? Nessuno mentiva meglio di quella donna; possedeva tutte le doti che illudono, che ingannano, e sapeva piegarsi a tutto.
E tante altre maniere di confessione mi erano passate per la testa.... Ohimè! La confessione ripugna all'orgoglio umano nè alcuno far
SIGNORA Ed io mi chiamo Carlotta Zaira Coriktzin, Stiriana. Il nome Carlotta l'ho lasciato, per non evocare mesti ricordi. Ma ohimè, a che valgono le mie ricchezze, se non ho più chi a me pensi? Il cuore non ama le ricchezze. Il cuore vuole un cuore, e niente più. A 30 anni, e vi giuro che non ne rubo alcuno, io sono gi
Ov'era la sua calma? Ove la sua ragione in quell'istante?... Ma tal turbamento durò un lampo: la duchessa lo sormontò Veglia qui presso, disse alla vecchia. E fece un passo verso Federico. L'ufficiale pallido, agitato le moveva incontro. Ohimè, donna Livia! ohimè, le disse, qual caso, quali avvenimenti!... Ah! che non posso nemmeno parlare!...
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