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"Tutta Arezzo lo sa" aveva detto il Chiacchiera. Ma tutta Arezzo non lo sapeva ancora; bensì lo seppe, quando i tre fannulloni furono usciti dalla bottega di mastro Jacopo ed ebbero divulgata la nuova ai quattro punti cardinali. Spinello, il figlio di Luca Spinelli, quel giovinotto senz'arte, era un gran pittore.... Cioè, intendiamoci, le tre lingue tabane andavano dicendo tutt'altro: Spinello Spinelli, a sentirle, era un pittoruccio da pochi soldi che scroccava la nomèa di grande artista, facendosi fare il suo quadro da mastro Jacopo di Casentino. Il vanitoso si vestiva delle penne del pavone; laonde era giusto che fosse solennemente scorbacchiato. Ma accade di certi vituperi, che facciano effetto contrario alle intenzioni dei calunniatori. Rammentate che Spinello Spinelli era vissuto ignoto fino a quel . Se fosse stato davvero un gran pittore, o gabellato per tale, e qualcheduno fosse saltato fuori a dire che un altro dipingeva ed egli ci metteva il suo nome, sicuramente la cosa sarebbe stata creduta per intiero da molti, e per met

Comunque, le congratulazioni all'on. Nasi furono grandi nella Camera e in certa stampa pel successo del suo discorso, e fu notevole poi la lode rivoltagli dall'on. Comandini, che rapito dal discorso ammirò oltre ogni dire il coraggio dell'oratore. Oh! se ce ne volle del coraggio a dire tutto quello, che disse...... Ma le congratulazioni pel coraggio all'on. Nasi resero più amare le critiche, non degli avversarî politici, ma degli amici; perciò da uomo che non voleva procurarsi la nomea di peccatore ostinato, nella seduta del 2 marzo, a meno di otto giorni di distanza, rimangiò le precedenti denegazioni, facendo precedere l'atto di autofagismo da questa dichiarazione, che lascia perfettamente intendere che io non ho di una linea esagerata o alterata la impressione che ricevette la Camera dal suo discorso: «È troppo facile e vecchio argomento di polemica quello di attribuire ai propri avversari opinioni, che non hanno manifestato od assurdit

Ariberti militava nelle file d'opposizione, ma non voleva meritarsi la nomèa di oppositore sistematico. Non voleva trovar male ogni cosa. Pensava inoltre alla sua patria e si formava un giusto concetto delle sue necessit

Ferrero, Candioli e gli altri amici del caffè dell'Aquila, che lo avevano abbandonato in quel suo bisogno, come seppero che n'era uscito ad onor suo, e buscandosi anche la nomèa di ammazzasette, ebbero a mordersi le dita dalla rabbia. Gi

Messalina, moglie di Claudio, ha lasciato nella storia la più detestabile nomea; ella si macchiò di tutte le infamie. La sua prostituzione fu delle più abbiette, i suoi capricci oltraggiosamente disordinati, senza ritegno, pubblicamente soddisfatti e pubblicamente conosciuti. Dimenticò la dignit