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Aggiornato: 13 giugno 2025
In piedi su di essa il tremendo Carlo Nicotera agitava un gran sciabolone ad incoraggiamento o strepitava e gesticolava come un ossesso. Il capitano professor Papiri di Fermo caricava e scaricava il suo schioppetto da caccia, come ad una partita importante di bersaglio.
Nicotera per avere indicato l'articolo del Codice penale che i magistrati avrebbero potuto applicare pei fatti del 1º maggio 1891, augurò, egli, Presidente del Consiglio, che la Suprema Corte di Cassazione respingesse i ricorsi, esercitando con ciò la più aperta pressione sull'animo dei magistrati, che docilmente respinsero.
L'organizzazione di un corpo di volontari in Toscana capitanato da Nicotera nocque, e se quelli stessi volontari si fossero inviati in Sicilia, sarebbe stato assai meglio. Era dunque verso la fine d'agosto quando pronto l'Esercito Meridionale sulla sponda sicula dello stretto di Messina, si disponeva a traversarlo.
Le schiere volontarie non facevano in nessun luogo progressi. Nicotera che, attraverso i confini napoletani doveva penetrare nella valle del Liri, non potè muoversi che il 13 ottobre, ed occupò Falvaterra. Ma il 15 fu battuto a Vallecorsa e cacciato dalla provincia di Frosinone. Castel Sant'Angelo si empiva di prigionieri. Il Papa comandava che fossero lautamente nutriti.
Un frettoloso messaggiero portò la notizia a Garibaldi, che la sera sarebbe sbarcato a Nicotera un colonnello regio con proposte di capitolazione. La Masa, Basso ed io saliti in carrozza col generale si corse a Nicotera. La dedizione del nemico, io osservai, con doppie forze delle nostre, con posizioni vantaggiose, e a trenta miglia da noi, stimo il maggior miracolo della campagna.
Nel giorno 13 ottobre gli stessi zuavi sono nuovamente sconfitti dalle schiere di Menotti a Montelibretti. Nei giorni seguenti le squadre di Nicotera e di Ghirelli si congiungono a quelle di Menotti che arriva fino a sei miglia di distanza da Roma.
Garibaldi era appena giunto a Scandriglia, quando diede ordine ad Acerbi di marciare su Viterbo, e a Nicotera di fare irruzione nella Campagna romana. Egli stesso doveva, con 4000 uomini, dirigersi su Roma e impadronirsi di Monte Rotondo.
Abituato ai pasti forse un po' troppo frugali di Garibaldi, credevo di trasognare a quello spettacolo sibaritico, che Garibaldi virtuoso avrebbe disapprovato apertamente, e che io mi limitai a disapprovare in segreto. Ricordai la mela acerba che in cammino da Nicotera a Mileto il generale, seduto a terra, mi buttò dicendo: A voi, fate colazione. E fu la colazione.
L'entusiasmo popolare era irresistibile e il governo ne fu soggiogato. Acerbi era penetrato in Viterbo, Nicotera si presentava verso Frosinone e Velletri, Pianciani marciava su Tivoli, si combatteva a Nerola, a Montelibretti, a Bagnorea ed a Firenze costituivasi il Comitato centrale di soccorso.
Dopo il ritorno dei Francesi il governo Pontificio mandò di nuovo le sue truppe ad occupare i varii luoghi della Provincia, dai quali erano stati chiamati per difendere la capitale, e il 30 ottobre il Generale de Courten stesso muoveva su Albano e Velletri, dove le bande di Nicotera avevano stabilito un governo provvisorio.
Parola Del Giorno
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