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Aggiornato: 2 giugno 2025


Roberto dormì tutto d'un fiato sinchè la luce del giorno, penetrando nella camera attraverso gli spiragli delle imposte mal commesse, venne a svegliarlo ad un tratto. Balzò dal letto, si vestì a mezzo, e corse a spalancar la finestra. Maria aveva avuto ragione. La prospettiva era bellissima, e una leggera nebbietta che velava i piani più bassi del quadro non faceva che dar risalto maggiore all'insieme. Non era lo spettacolo imponente che Roberto aveva goduto in qualche punto dell'Alta Italia, ove le Alpi cinte di nevi fanno cornice ai boschi d'abeti e ai torrenti impetuosi; era una natura calma e serena, che attraeva e riposava lo sguardo. La casa sorgeva sopra una collina abbastanza elevata; a destra e a sinistra si vedevano altre collinette, dietro a cui spuntava qualche cima più ardua, più nuda, che lasciava indovinare i prossimi Apennini. Di fronte, verso levante, si stendeva a perdita d'occhio una pianura ubertosa, seminata a cereali ed a canape e frastagliata di mandorli, di viti, d'ulivi. mancavano altri alberi, che con l'abbondante fioritura davano larga promessa di frutti. A capo di lunghi filari di pioppi o in mezzo a brune macchie di cipressi biancheggiava qualche casinetto di campagna illuminato dai primi raggi del sole. Qua e l

E m'è venuto in mente, quando si truova un poverino ignudo, nel tempo de le nevi, essere, in luogo diserto, aggelato che giá l'alma si sia partita, pur restando alquanto nel cuore ancor del caldo naturale, che, venuto un allegro e ardente sole, li porta, insieme con un dolce caldo, la vita giá perduta.

Che nel silenzio de le tristi nevi Come rosa sbocciasti, e inconsumata Sete di gloria avevi?... Del genio coll’ignoto a te la guerra; A te la fantasia che tutto sfiora, E irruendo si sferra; A te la melodia che ha preci e schianti. Che parla, erompe, impreca e si contorce Su le corde pulsanti; A te la tela ove gioia e dolore, E carne e sole ed anima diventa Lo sprazzo del colore.

Ma tutela migliore fu il mettersi della vernata, che chiuse di nevi e ghiacci tutti i passi. Onde, sostando il pericolo, la Valtellina, come libera di , in universale assemblea, si recò in mano tutta l'autorit

Riflettiamo ora, che la neve è il prodotto di una distillazione atmosferica, nella quale l'acqua si riduce alla purezza quasi completa. Se ciò non fosse, l'evaporazione dei nostri mari condurrebbe alla formazione di pioggie d'acqua salata, e di nevi salate; dove tutti sanno, che l'acqua piovana caduta a traverso di una atmosfera non inquinata è acqua quasi assolutamente pura, come assolutamente pura o quasi è l'acqua delle nostre nevi. Adunque la grande inondazione boreale di Marte, risultando dallo scioglimento di nevi cadute in terreno prima asciutto, e non essendo mescolata alle acque di un Oceano, sar

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