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Aggiornato: 10 luglio 2025
Ettore Caccianimico, nell'angolo d'osservazione cui ricorreva durante gl'intermezzi, sorrideva malignamente. Quando Giorgio si fu allontanato, domandai conto ad Ettore di quel sorriso. Che cosa vuoi? rispose. Fa bene veder tanta intimit
Avevano finito di batterlo, ma lo avevano trascinato nell'angolo più buio della stiva; lo avevano assicurato ad un forte anello di ferro, caricato di doppie, di triple catene; non gli portavano più nè da mangiare nè da bere; ed egli sentiva gli orrori della fame e più ancora gli stimoli della sete.
Un soldato vicino a noi esprime benissimo questo stesso effetto; guarda la facciata e dice: «Gonfia». Entriamo. Guardo.... Amico, questa volta te lo dico sul serio: sono deluso. Aspetta. Vedi quella colomba in bassorilievo, di marmo bianco, qui nell'angolo? Vedo. A che altezza ti par che giunga della tua persona? Al collo. Vediamo. Si va innanzi.... Diavolo, non ci siamo ancora?
Massimo la trovò immersa nelle lagrime. Dopo una settimana di torture, sul momento di avvicinarsi a casa, essa sentiva tutta la grandezza della sventura che li aveva colpiti e cercava nel pianto un sollievo. Massimo sedette accanto a lei, nell'angolo dove arrivava, diluita, la luce dei fanali e languivano gli ultimi rumori che uscivano dall'albergo.
Allora Evelina, modesta, senza darsi alcuna importanza, e mentre Pietro si era ritirato nell'angolo più buio della camera a fumare la pipa, raccontò gli altri piatti che sapeva fare, e come si poteva risparmiare su questo e risparmiare su quello e risparmiare su tutto. Benissimo! esclamò Don Giuseppe approvando pienamente. Poi si voltò verso la signora Angelica e la signora Rosa.
Soltanto, come tutti i timidi, potrei avere un giorno il coraggio della disperazione. Così avevano chiacchierato, negli intervalli della quadriglia; così avevano seguitalo a chiacchierare argutamente, nell'angolo di una sala, dove la marchesa Polissena teneva corte d'amore. E quel dialogo, dond'era incominciato il suo romanzo con la bella marchesa, lo rammentava egli allora, dopo quattro anni.
La sera del delitto Bobi si era lavato due volte, e la prima volta, allontanando da sè il cane, che si accostava a lambire la catinella, avea gettato il liquido denso di sangue nell'acquaio, e andando giù a fiotto, sbattendo nell'angolo della pietra presso il reticolato, alcune particelle del sangue vi si erano fermate, infiltrandosi per le altre materie.
Dentro la camera, quasi buia, l'ombra in quei primi caldi di maggio diventava pesante: i mobili si vedevano appena, solo quel grande merletto gettato sopra la culla biancheggiava al chiarore della lampadina opaca, riparata nell'angolo dietro l'inginocchiatoio, mentre in alto qualche riverbero correva per la vecchia cornice dorata della Madonna sospesa al disopra del letto nelle tenebre.
Di che, passo passo, per certi orti, tra siepi e fossati, giunse non visto sino al torrente, in quella stagione quasi secco; lo varcò, fu sul piazzale a noi noto, e appressatosi battè alla porta, in guisa, che ne rimbombò la sala, le stanze, e la cucina nell'angolo più lontano della casa.
Andarono a cacciarsi in un camerino che c'era a destra entrando, e dove il vecchio soleva tenere gli abiti e la biancheria. Stettero nell'angolo più riposto, abbracciati, immobili tra gli abiti, rattenendo il respiro, nell'ingenua speranza di non esser trovati.
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