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Aggiornato: 28 giugno 2025
Partenza! gridò il conduttore. Addio, Nancy! Addio, béby! disse Valeria tremando un poco. «Pronti!» S'udì il fischio e la campana. Il treno si muoveva e Nancy salutò colla mano. Addio, mamma mia cara! Valeria sentì nel cuore uno strappo strano e profondo. Addio, Nancy! Addio, béby! Addio, miei due tesori! Il treno correva. Forse domani! gridò ancora Nancy, sporgendosi dal finestrino.
Anne-Marie ricominciò a piangere perchè voleva che la mamma sbucciasse l'arancia; e Nancy, che voleva affrettarsi dietro al facchino, dovette fermarsi. Sollevò la bambina, la baciò, la consolò, la fece sedere sul parapetto della scalinata e, sedendole vicino, pelò l'arancia. Tanto, la sua valigia a quest'ora era probabilmente sparita per sempre. Ma che importava?
Quanto a lei, pareva non preoccuparsene affatto. Doveva suonare il Concerto di Max Bruch? Benissimo. E la Fantasia Appassionata di Vieuxtemps? All right! E le variazioni di Paganini sulla corda di sol? Ma sì e adesso, poteva andar fuori con Schopenhauer? Usciamo pure, disse Fräulein. E andrò a vedere di questa veste rosa per il tuo concerto. Oh, non rosa, disse Nancy. Ci vuole un vestito bianco.
La signora Avory era anche del parere di far venire da Londra tutti i giorni un poeta che desse lezione sul serio a Nancy; e Fräulein si dilungò in molti particolari riguardo alle Case Editrici che pubblicavano dei versi, e poi non li pagavano. Aveva sentito dire che spesso in Germania gli editori facevano così. E anche in Italia... Da quel giorno in poi l'ispirazione di Nancy fece legge in casa.
Nancy la guardò. Una subitanea immensa tristezza la invase, un senso cupo e dolente, come se qualcuno le avesse posto un grande sasso pesante dentro al cuore. Quella piccola figura smorta, scolorita, trasfigurata, chi era? Era Anne-Marie?
E così, guardando negli occhi di lui, Nancy credeva di leggervi la bont
Risposta da Andermatt: «Non è così. Vieni subito». Nancy non andò subito. Gi
Nancy sospirò. Si alzò, e andò al tavolino di bambù, storto e zoppicante; ivi, su un piatto rotto, stava il calamaio; e la vecchia penna d'avorio vi giaceva in demoralizzata familiarit
Nancy cercò di distrarla, parlando della bella casa nuova in cui si andava, e dove nella loro stanza c'era un tappeto rosso e un balcone.... Ed eccole arrivate! Sulla gradinata davanti alla casa le aspettava gi
Nancy riconobbe la musica. Era la «Romance» di Svendsen. Anne-Marie, sempre ritta e immobile col braccio teso, come una piccola profetessa allucinata, sussurrò: Senti? E' questo il pezzo che era bello, e che lui non ricordava! E' un violino, cara, disse Nancy. E sedette sul lettino della bimba. Ma Anne-Marie ascoltava, immobile.
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