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Aggiornato: 15 giugno 2025


In una parola, incarnava colui la figura di quel pittore, il quale rimproverò il Caracci di non saper dipingere animali, ed in animale dal Caracci fu ritratto, come nel museo napolitano si può vedere.

Egli le trattava tutte tre allo stesso modo, senza usare nessuna preferenza, senza mai darsi la pena di far loro una visita; e non le aveva neppure invitate a vedere il museo!

Aspettai per otto giorni una lettera di miss Yves, che non venne. Il 15 aprile ero a Napoli. Non ci voleva una fede meno salda della mia per mettermi in Napoli a quella ricerca, senza un aiuto al mondo. Dopo otto giorni di corse inutili, di speranze e di angoscie, trovai una traccia, inaspettatamente, al Museo Nazionale.

Non sei in montagna qui, non sei in mezzo ai bifolchi, in mezzo a' tuoi villani!... Sei a Milano, fra persone come si deve! Poi, liberatosi il braccio ch'era diventato bianco, violetto ai polsi, fra le mani del Laner, gli disse di andar via subito: di andarla ad aspettare ai Giardini dinanzi al Museo.

Nel 1866 propugnò ed aiutò l'impianto della Sezione di Aosta, ne sorresse i primi passi, ed allorchè colla morte del canonico Carrel e di tanti altri volonterosi essa minacciava di cadere, Egli accorse, ne promosse la fusione col «Cabinet littéraire» e con dono di quadri e di libri ne abbellì le sale e v'iniziò una specie di museo, destinato a raccogliere i prodotti minerali e delle principali industrie della vallata.

E allora il teatro, anche tappezzato di facce proibite e imbottito di sbadigli, vi si tramuta di punto in bianco, vi diventa come un museo, dove una bella Venere vi trattiene lungamente estatico in una gran sala fredda e malinconica, popolata all'intorno di torsi, di fauni, di filosofi greci e d'imperatori romani.

Lady Keith vi veniva a leggere ed a scrivere quando i cani facevano troppo strepito sotto le sue finestre. La sua biblioteca era in una stanza al pianterreno. L'altro piano conteneva il suo piccolo museo di oggetti di arte e di oggetti curiosi di storia naturale. Le pareti erano tappezzate di magnifici quadri antichi e moderni.

Ma il non vederlo conservato nel ricchissimo Museo Correr in altra delle raccolte da me esaminate, il non trovarlo registrato fra le monete che appartenevano a monsignor Gradenigo, il cui catalogo fu inserito nella collezione dello Zanetti Vol.

Ma che avrò io a dire di quella piccola ma grossissima moneta di rame uscita nel declinare del secolo XV dalla zecca cattarina, di cui un solo esemplare è a mia notizia, conservato nel Museo Correr? Questa moneta, avente il tenue diametro di m. 0,018 e l'ingente peso di k. 20. 3, avrassi a riguardare un semplice follare, o un follare doppio, o fors'anche un mezzo grossetto in rame?

Debbo parlare a mia cognata. E ci voleva tanto a dirlo? Tra noi non si fanno complimenti, caro. Arrivederci, Nicoletta. Arrivederci, amico mio. Ricordatevi, attendo sempre l'invito per la visita al museo.... E badate, bisogna non far complimenti con me: sono la migliore delle camarades. Esce di fondo. Raimondo, Nicoletta.

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