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Il danaro talvolta è morte, ripetea spesso quella buon anima di nostro padre, e quando io ero piccino, mi narrava sovente di alcuni brutti fatti accaduti in proposito. Intanto, energia signorine, aiutatemi a portare in cantina tutta questa roba, meno le Banconote che nasconderò nel mio studiolo di pittura al pian terreno. La cantina è sotterranea, a volto, con muri massicci e cancello sicuro. Lasciamo però calare la notte affinchè nessuno dei vicini possa fare il curioso. Comprendo che la voce dello spettacoloso avvenimento sar

I pompieri, onorato corpo che vanta nobilissime tradizioni, senza badare a fatiche e pericoli, si moltiplicarono, spengevano incendi, sgombravano via le macerie, demolivano muri, salvavano quanti più potevano dalle case incendiate, trasportavano feriti, lottavano ogni giorno, ogni ora con la furia degli incendi, guidati dal sentimento del dovere e da profonda piet

Ne fu per arrabbiar, per venir matto; ne fu per dar del capo in tutti i muri; fu per gridar, fu per non stare al patto: ma forza è che la bocca al fin si turi, e che l'ira trangugi amara ed acra, poi che giurato avea su l'ostia sacra.

29 Dio volse che all'entrar che Rodomonte fe' ne la terra, e tanto fuoco accese, che presso ai muri il fior di Chiaramonte, Rinaldo, giunse, e seco il campo inglese. Tre leghe sopra avea gittato il ponte, e torte vie da man sinistra prese; che disegnando i barbari assalire, il fiume non l'avesse ad impedire.

Dal poggio di Maria, le cortane e le spingarde nemiche gittarono trecento pietre nel Borgo; trecento ne gittarono esse sole, e di gran peso, le tre bombarde maggiori, che tutte traevano a giusta mira contro la torre della Rasana, la più forte che fosse sulla cinta dei muri.

Ahi Pistoia, Pistoia, ché non stanzi d’incenerarti che più non duri, poi che ’n mal fare il seme tuo avanzi? Per tutt’ i cerchi de lo ’nferno scuri non vidi spirto in Dio tanto superbo, non quel che cadde a Tebe giù da’ muri. El si fuggì che non parlò più verbo; e io vidi un centauro pien di rabbia venir chiamando: «Ov’ è, ov’ è l’acerbo?».

Qui c'era un grandioso porticato, dice uno. Non ve n'è più traccia, andiamo innanzi. È una solitudine che fa quasi paura. Eccoci nel secondo recinto. Muri, porte e mucchi di terra come nel primo, e deserto, e silenzio. Oh! eccoci nel centro dell'edifizio. Di qui si capisce qualcosa. Vediamo.

Le quattro muraglie esterne, che invece di finestre avevano alcune strette feritoie, formavano una specie di cinta coperta della vera prigione di due piani, che sorgeva di dentro, come un edifizio affatto separato dal tetto e dai muri che lo circondavano.

La prima volta in cui visitai quell'edificio fu in autunno. Mi parve subito che il tono delle cose esteriori corrispondesse al palpito che da ognuna delle creature umane raccolte in quella casa s'esprimeva come cercando di superarne i muri impenetrabili. In quel vasto manicomio la vicina e grande citt

Varia la scena, sorgon sontüose Ville di marmo in mezzo alla verdura, Dove ne olezzano Sui vecchi muri le novelle rose, E s'apre un atrio pieno di frescura. Amo errare così per il paese Vasto del sogno ove tutto s'oblìa... Ma poi mi sveglio, La vita torna a diventar palese, E mi ritrovo sulla dura via.