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Aggiornato: 25 maggio 2025
Se l'ho detto io! scappò fuori l'antico cisalpino, perdendo la flemma. Ecco, cos'hai fatto, o Vittore, a pigliarti una beata!... Vedi, dove vanno a finire i tuoi figliuoli. E io, vecchio mulo, che m'ostinava a volerne cavar qualcosa.... Gi
Procurati i libri e le carte che mi pareva potessero tornarmi utili, mi diedi ai preparativi d'oggetti materiali, che furono tutti racchiusi in cassette tali da potere per peso e dimensioni formare, con una il carico di un portatore, con due quello di un mulo e con quattro quello di un camello.
Pio Nono era rimasto pensieroso. Amico di Don Giovanni e conoscendone le azioni, pensò tosto che quei due signori fossero due banditi, come si diceva nel linguaggio del popolo, ma importanti. V'era dunque un pericolo serio ad accompagnarli. Ma Pio Nono era naturalmente coraggioso. I due tacevano; quello a piedi camminava alla testa del mulo.
Oggi è il 22 giugno; 22 doppio di 11, mio numero preferito, numero fortunoso che mi lega alle forze favorevoli e all'Italia. A Campiello fra tre buche profonde di 305, trovo il mio carrozzino con mulo e bagagli. Tutti su con Zaz
Io vado innanzi, disse Don Giovanni a Pio Nono traendolo in disparte mentre teneva sempre la catena del capezzone nella mano, e il mulo impaziente scalpitava sbuffando: lasciami cento o centocinquanta passi di scampo; se incontro una pattuglia... Ah! esclamò soffocatamente Pio Nono. Hai capito!
Il Bazzetta sulle prime fu restìo come un mulo. Sapeva di grandi cose (ci teneva a convincermene) ma prudenza gli suggeriva di tenerle per sè. Pochi erano al fatto di così gravi affari: nessuno forse, dopo il curato ed il sindaco, li conosceva a fondo come lui: responsabilit
Pio Nono colla catena del capezzone nelle due mani stava indietro il più possibile e si faceva quasi trascinare per moderare l'andatura della bestia. Pensava fra sè inquieto: Piano, Garibaldi! gridò improvvisamente. I due si voltarono. Garibaldi! ripetè Pio Nono dando uno strappone al mulo. Garibaldi gli si avvicinò. Che cosa c'è? Mi avete chiamato?
La ginnastica svedese li faceva sudare a catinelle, perchè erano ambedue corpulenti; ma non l'avrebbero trascurata a nessun patto; e la mattina s'incontrava la signora Carlotta, che percorreva le stanze del primo piano, contando «uno, due; uno, due» e roteando le braccia e allargandole e alzandole, seguita a breve distanza dal commendatore, che tirava calci da mulo e soffiava come un mantice.
A qualche cosa il Senato rimediava con la famosa botte di Giacona, che dal 1746 offriva un modo pratico d’annaffiare le vie: una botte sopra un carro, che al davanti avea un mulo, e di dietro, con le spalle al carro medesimo, un uomo il quale, cianchettando ritroso, veniva dimenando a destra ed a sinistra un grosso tubo di pelle sulla molesta polvere. Povero Giacona!
Avanti a noi, sparso in ogni direzione, il campo dell'esercito reale. Sono ammassi di capanne grandi e piccole, vecchie e nuove, di tende bianche e nere; un formicolìo di gente, un avvicendarsi di gruppi a piedi, a mulo, a cavallo, di piccoli accampamenti separati che pare vivano di vita propria, un luccicare di armi e uno sventolare di toghe bianche e rosse, un susurro e un gridìo, un vero vortice sfrenato di moto e d'animo che si spande a perdita di vista sulle lievi alture e nei larghi avvallamenti che da ogni lato si distendono e circondano un'altura elittica, pure tutta sparsa di attendamenti, e la cui vetta è cinta da una muraglia sulla quale si innalzano alcune acacie e qualche tetto conico. È questa la reggia; è l
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