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Aggiornato: 21 giugno 2025
Appoggiato un gomito sulla mensa, e reggendosi colla mano la guancia, rimase fisso a guardare la tovaglia dinanzi a sè, e moveva le labbra come chi parla con qualche sua immaginazione. La povera madre non osava dirgli nulla; ma alfine, vedendo come quel pensare durasse di troppo; lo toccò lievemente nel braccio, chiamandolo a nome, come persona che volesse destare.
La porticina pareva chiusa. Drollino, nell'entrare, aveva avuta la precauzione d'accostarla. Non si moveva punto.... Stava rannicchiato appiè del muricciolo, silenzioso, immobile come le tombe senza nome che lo attorniavano.... Era livido in volto e teneva gli occhi sbarrati, ma sui tratti così alterati, recava, come incisa, l'espressione immutabile d'una selvaggia determinazione.
E moveva le gambe per imitare lo scalpito del cavallo, ergendo la vita, facendo il gesto di infrenarlo per le redini, quasi in quel momento stesse proprio sul dorso di un focoso animale.
Tutti parlavano pianino per un riguardo alla miss che cantava: quella gente, sempre così vicina alle stelle, si moveva senza far rumore, come avesse le ali; il bisbigliare sommesso pareva un soffio, uno stormir di fronde: i sorrisi erano brevi e muti, frenati dal sussiego.
Ora, un turbamento più strano prendeva il cervello dell’ebro. Dinanzi a lui, dietro a lui, in torno a lui, la fuga imaginaria delle cose ricominciava più rapida. Egli si avanzava, e tutte le cose si allontanavano: le nuvole, li alberi, le pietre, le rive del fiume, le antenne delle barche, le case. Questa specie di repulsione e di reprobazione universale lo empì di terrore. Si fermò. Un gorgoglio prolungato gli moveva le viscere. Subito, nella mente scomposta, gli balenò un pensiero.
Colla testa cascante da un lato, colle braccia pendenti e la fronte pallida pallida, ma bellissima tuttavia di una bellezza senza pari, non dava Elena nessun segno di vita. La dritta mano ancora avvolta intorno al sinistro braccio di lei, il capo basso, gli occhi fissi nello spettacolo di una vita che pareva dissolversi, il Lautrec non si moveva, non alitava.
Non perdette di vista la villa fin che si accesero i lumi alle finestre; in una di queste la luce non si moveva mai, ed era sicuramente la camera di Cristina inferma. E di che male era inferma la creatura adorata?
Il signor Galli entrò in camera sua.... ma non si ricordò del bambino. Corse in fretta la mamma a baciarlo e ricoprirlo, poi ansiosa rimase in ascolto vicino all'uscio: suo marito non si moveva, non si svestiva ancora: essa non udì che un sospiro lungo, profondo. Il signor Galli.... pensava alla duchessa.
Poi fummo dentro al soglio de la porta che 'l mal amor de l'anime disusa, perche' fa parer dritta la via torta, sonando la senti' esser richiusa; e s'io avesse li occhi volti ad essa, qual fora stata al fallo degna scusa? Noi salavam per una pietra fessa, che si moveva e d'una e d'altra parte, si` come l'onda che fugge e s'appressa.
Vorresti vederlo? gli chiese Federico, a bassa voce, come per fargli una proposta in confidenza, avendo certo compreso il sentimento dolce e triste che moveva il cuore di quell'avo abbandonato. No, no.... Venivo soltanto per domandare.... Non vuoi vederlo dunque. No.... sì.... troppo disturbo forse.... a quest'ora.... Andiamo concluse Federico, prendendolo per la mano come un fanciullo.
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