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Aggiornato: 14 luglio 2025


Quale esistenza! Ricorriamola ancora con uno sguardo. Quale miracolo continuo di moto; di passione, di lavoro! V'è una frase d'una sua lettera che definisce la sua vita. Son qui scrive a un amico in mezzo a una tempesta di cose, che mi porta via la testa. E questa tempesta durò quanto egli visse; può immaginare quanto turbinosa ella fosse chi non gli stette per qualche tempo vicino. Non conoscono i più che la sua assiduit

Forse, perchè sono stato troppo felice egli rispose, in tono enigmatico. Ma Chérie credette solo al senso amoroso della frase e fece un moto di soddisfazione. Avevi dimenticato la felicit

Si può amare il proprio dolore? può un'anima stanca riposare nel suo patimento come un viandante affranto dalle fatiche del viaggio trova riposo e sonno sopra un mucchio di spine? può fiorire il dolore come in mezzo alle nevi sboccia un cespuglietto di ellebori? doveva egli credere a una grazia invocata e intervenuta dall'alto o ritenere che nella vita e la fonte inesauribile di tutte le forze sempre fresche e sempre in moto come il mare?

Vogliamo sollecitamente Roma e Venezia, perchè l'interrompimento del nostro moto Nazionale e la condizione provvisoria nella quale versiamo, minacciano la nostra Unit

Di quel moto tutto Italiano nell'origine e nell'intento, i Capi intanto avevano fatto un moto puramente provinciale. Sua legge naturale era stendersi, allargare la propria base, quanto era possibile; essi l'avevano limitata nei più angusti confini; avevano proscritto ogni tentativo di propaganda: avevano accumulato ostacoli alla rivoluzione invece di lavorare a spianarli. La nazionalit

Per rendere un corpo in moto, io non do, certo la sua traiettoria cioè il suo passaggio da uno stato di riposo a un altro stato di riposo, ma mi sforzo di fissare la forma che esprime la sua continuit

e quale stella par quinci più poca, parrebbe luna, locata con esso come stella con stella si collòca. Forse cotanto quanto pare appresso alo cigner la luce che ’l dipigne quando ’l vapor che ’l porta più è spesso, distante intorno al punto un cerchio d’igne si girava ratto, ch’avria vinto quel moto che più tosto il mondo cigne;

Questi, trapassando allo improvviso dal moto alla quiete, si rinvenne, guardò attorno, mise una mano alla fronte, e disse: «Dove sono? Chi sei?» «Sono un povero cristianello, che vado di uscio in uscio accattando la vita per l'amore di Dio; mi sono trovato sul vostro cammino, ho veduto al barlume il vostro pericolo, e mi sono affrettato ad avvertirvi che qui presso corre il torrente.

Ma la notizia che un «monsieur» non trovava più la moglie, messa in moto dai due burloni, aveva gi

Questa forza ormai la conosciamo come produttrice di moto. Sappiamo che è possibile spostare oggetti materiali con la semplice concentrazione della volont

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