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Ma sopra tutti attirava gli sguardi della gente il marchese Morello, bellissimo garzone, dai capegli biondi e dal volto roseo, allora sui ventiquattr’anni, cioè nel fior dell’et

Durante questo discorso col Torrespina, Morello aveva sospinto più e più volte gli occhi da un lato, sogguardando madonna. Ma egli non s’era accorto di nessun mutamento che in lei fosse avvenuto al ricordo dei Roccam

Per tal guisa, a malgrado del tagliere e della coppa comune, il pranzo durò troppo a lungo per Morello di Monferrato. Come fu notte ed egli si trovò solo nelle sue stanze con Rambaldo di Verrùa, così volse la parola al compagno:

E se ella un giorno venisse ad amarmi! Questo pensiero, a mala pena formato nella mente, faceva rabbrividire lo spirito d’Ugo: e intanto il giovine Morello amava Giovanna con tutte le forze dell’anima, ardeva dal desiderio di palesarlo a lei, e si struggeva ch’ella non lo avesse inteso. Triste stato dell’anima sua! triste dono di Aporèma!

Il sole non era anco spuntato, e certe nuvole che coprivano il cielo lasciavano intendere ch’egli per tutto quel giorno non si sarebbe mostrato. L’aria mite faceva presagire un’altra nevicata imminente. Morello, come fu giunto sotto la quercia, scese d’arcione, e lasciato il palafreno ai donzelli, si fermò con le braccia incrociate sul petto a contemplare la campagna e i monti lontani.

Lascia pure che il vento fischi fra i roveti: lascialo fischiare, anima mia, lascialo fischiare. Il mio cavallo morello raspa; il mio sprone suona. In questo luogo non m'è concesso alloggiare. Oh cielo! E tu vorresti in questo sol giorno trasportarmi per cento miglia fino al letto nuziale? Odi come romba tuttavia la campana: le undici sono giá battute. Gira, gira lo sguardo.

Morello non rispose nulla ai motti di Rambaldo; voltò le spalle, e andò nella sua camera a coricarsi sul letto. Nel quale si legge della differenza che corre fra astori e barbagianni.

Usciva la mattina a cavallo col padre; questi montava una saura alla quale aveva dato il nome di Virgo, e il fanciullo un morello bruciato, piccolo e robusto, che chiamava Spillo.

Più assai dell’estinto s’ebbe Morello di Monferrato, falcon pellegrino che vi trascorse un giorno da lato, e strappò, passando, uno spicchio dal vostro cuore. Più assai d’ambedue dovr

Siffatti insegnamenti non bisognavano al conte Corrado; e di vero, appena fu giunto in gran sollecitudine da lui il trovatore Rambaldo di Verrùa, per annunziargli l’arrivo di Morello, secondogenito del marchese di Monferrato, tosto per suo comandamento fu sossopra il castello, affinchè ogni cosa fosse in pronto per ricevere un ospite così ragguardevole, con tutta la gualdana che gli faceva cortèo.