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Aggiornato: 2 giugno 2025


Su lo zoccolo del suo monumento l’Ammiraglio de Oquenda pareva un grand’uomo. Il lampione ad arco del teatro Eugenia Vittoria faceva dondolare con un lento ronzìo di corde elettriche il suo globo spento. Una d’esse mi chiamò:

Due anni dopo, accompagnavo un amico di provincia che voleva osservare non ricordo più qual monumento al camposanto.

Oh grazie! grazie! A mezzanotte. Maria Tognetti baciò un'ultima volta le mani della principessa, e partì col cuore pieno di speranze e di preghiere. Monsignor Pagni, che aveva tutto inteso da una stanza vicina: A mezzanotte! disse fra . Vi sarò io pure! Le Carceri Nove. Come una minaccia e un incubo si eleva nel bel mezzo di Roma il tetro monumento delle Carceri Nove.

Ed il bilancio del servizio di queste scolte fedeli quasi fatte simbolo di una potenza della quale più non rimaneva che il nome era solenne come un piccolo monumento di storia individuale. Storia dei tempi, fatta non gi

La menzione fatta del valoroso Parsifal mi rammenta un'altra grande figura di guerriero, che forma ancora uno dei vanti dei Narnesi: in Padova di fronte alla cattedrale sorge il monumento equestre in bronzo del Gattamelata, opera di Donatello, la prima di questo genere compiuta in Italia durante il Rinascimento.

¹³⁶ Provviste del Senato, a. 1785-86, p. 372. Ed è notevole anche questo: che come nel sovrano dispaccio pel monumento era Segretario di Stato e di Casa Reale un siciliano, il Marchese della Sambuca, sceso indi a non molto dall’alto seggio in cui avea dominato potente¹³⁷, così nell’altra contro gl’innocui medaglioni era Ministro (di Giustizia e di Affari ecclesiastici) altro siciliano, Marchese anche lui, ma non del valore del primo, il De Marco, vanit

La processione sboccò nel Prado e si diresse verso il Monumento. I viali, i campi, i giardini erano pieni di popolo.

Davanti a questo monumento, anche il viaggiatore più leggiero e più trascurato si sente come incatenato e costretto a pensare. È bello rappresentarsi la lotta enorme di cui riposa in quella tomba il vincitore. Da una parte è Filippo II, dall'altra Guglielmo d'Orange.

Gli pareva d'esser vicino al monumento di sua figlia; ma la tomba era trasparente ed ella agitava le braccia, e malgrado gli occhi chiusi, il suo volto pallido era radiante. L'espressione del suo viso era d'una tristezza ineffabilmente dolce. Quella visione lo impressionò gravemente. Si sentì addolorato e pieno di rimorso per la soave malinconia impressa sulla faccia della sua morta.

Fino al 1843 queste mura erano mezzo sepolte fra le macerie e le piante rampicanti e non vi era una strada che permettesse di farne il giro. Una visita di Gregorio XVI fece nascere negli Alatrini la felice idea di liberare da quegli ingombri quell'impareggiabile monumento della più remota antichit

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