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Aggiornato: 28 luglio 2025


Il 28 giugno dell'anno 1862 giunse improvvisa la notizia da Palermo che il Garibaldi, accompagnato dal figlio Menotti, dal Guastalla, Missori ed altri, era col

Colla legione capitanata da Missori il gentile e composta di pochi noi lombardi e di romagnoli, partimmo a piedi da Terni per Passo Corese.

Mentre il nostro duce annunziava al mondo i suoi pieni poteri di generale romano, ai piedi della torre del palazzo Piombino in Monterotondo, a mezzo di una scalinata rustica e tra l'erba bagnata d'un giorno piovoso, discorrevano con mistero Alberto Mario, sottocapo dello stato maggiore di Garibaldi, Agostino Bertani, il maggiore Giuseppe Guerzoni, il colonnello Giuseppe Missori, il giovane principe Piombino in persona e chi scrive, e in quel colloquio veniva designato il valoroso, che primo avrebbe dovuto sventolar la bandiera rossa dopo una vittoria.

Un momento, caro Paggi, così Missori troncando la facondia del colonnello. Mario potr

Entrai nella stalla con Missori, Nullo e Zasio, e vi trovai il dittatore seduto su una pancuccia, a due passi dalla coda del suo cavallo: stavagli davanti un barile in piedi, sul quale gli fu apprestata la colazione. Una bottiglia d'acqua, una fetta di cacio e un pane. L'acqua per giunta infetta.

Alle cinque Garibaldi chiamò Missori, promosso la vigilia a tenente-colonnello: Precederete colle guide la mia carrozza verso San Giovanni, non più d'un miglio. Permettete, generale, che vada anch'io colle guide? dimandai. Ed ottenni. Eravamo una ventina.

Desideravano che il comando venisse assunto dal maggiore Missori, capo delle guide a cavallo, valoroso e amabile uffiziale. Taluno nel Consiglio dei Dodici favellò in questa sentenza, e ne nacque disputa penosa e infiammata. Gli uffiziali calabresi parteggiavano pel comandante come paesano e noto in quelle provincie.

Alle due e un quarto chiudevasi lo sportello della prima, e via con Garibaldi, Menotti e Basso. Missori, Nullo, Canzio, Trecchi, Zasio ed io, dietro nell'altre due.

Esso reagì con una brillante carica di cavalleria, che il colonnello Missori respinse alla testa dei distaccamenti suddetti. Piegando il nemico attaccato di fianco, il nostro centro potè superare i ripari, e la vittoria fu completa.

Nell'atto che Missori ebbe ferito il cavallo nel collo, e proprio nel momento del primo attacco generale della linea nemica, esclamò: Come si battono bene i nostri volontari! E ritirandosi impartì l'ordine ad Enea Crivelli, che il battaglione Torri-Tarelli occupasse Mentana, dove gi

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