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Aggiornato: 27 luglio 2025


Colloquio?... Avrei non permesso... Dopo la conferenza, Miss Diana volle complimentare l'oratore come tutti... Io ero con lei.

Maria era stata ricevuta alla stazione dal parroco, dal sindaco, che era suo fittaiolo, dai ricchi e dai poveri del paese; e mentre saliva sul carrozzone del nonno, tutti volevano salutarla, facevano meraviglie e moine a Lalla che sapeva darsi una certa arietta, e cercavano di stringere la mano a miss Dill, che non avevano mai veduta, e che rispondeva con smorfie, trovando, nel suo sentire d'inglese, quel baccano di pessimo gusto.

Mentre le altre mi chiedevano di una di quelle persone che allora si trovava in Italia, ella si mise a interrogare sotto voce miss Yves e poi ad accarezzarla, a susurrarle non so che all'orecchio, probabilmente delle dolcezze. Violet un po' negava del capo, un po' sorrideva, un po' pareva seccata, ma non parlò. Fu il dottor Topler che la vinse.

Il nome di don Vincenzo, buttato quasi a casaccio, fece molto effetto sulla povera miss. Non fiatò più, abbandonò la mano del giovanotto e rinunciò ad ogni altro tentativo di seduzione. Conducetelo nella mia camera, ordinò alla Nena, e aspettateci l

Costui divenne lo spavento di Maria, con quel tabacco e con quel sudiciume!... Invece miss Dill, quantunque da buona inglese la propriety l'avesse sempre in bocca, sentiva per lui una grande predilezione.

Miss Geraldina era ricca, possedendo per sola ottantamila lire di rendita; era senza fratelli, senza sorelle, senza parenti poveri che la seccassero, e a ventotto anni, era perfettamente libera di andare, venire, viaggiare, dove le paresse e piacesse.

Anche miss Dill le era sempre d'attorno piena di svenevoli tenerezze, di complimenti, di riguardi; ma incapace di un sentimento vero, con tutte quelle smancerie false, esagerate, la importunava senza giovarle. Oh! la miss aveva fatto un cambiamento assai notevole!

Madama Veronica? chiese con un garbo pieno di finezza. Alessandro sorrise, arrossì e non rispose: lentamente, a mezza voce, la fanciulla lesse allora questa melanconica strofetta: «Ovunque il guardo io giro Amico mio, ti vedo; E l'ultimo respiro, Lo dici e te lo credo, Non può rapirti a me». Che cosa succede? Che cos'è questo frastuono? domandò a un tratto miss Dill, levando il naso dal libro.

Non ho detto: facilmente. In ogni modo, ti sei consolato; io invece rimpiango ancora quel che ho perduto. Il mercoledì, dunque, mi avviavo verso casa Olgani senza che io sapessi precisamente quel che avrei dovuto dire a miss Nelly, o almeno senza sapere in che modo avrei potuto formulare la mia risposta. Non volevo mentire e non volevo neppure chiudermi ogni via di riprendere quell'argomento nel caso che le circostanze mi avessero, un giorno, permesso di dirle: Restate! o qualunque altra parola equivalente. Entrando nel salotto, una rapida occhiata in giro mi aveva consolato; miss Nelly non c'era. Può darsi che non venga! pensai.... Ma proprio in quel punto ella appariva su l'uscio preceduta dalla cugina. Le corsi incontro, come chi affronta coraggiosamente un inevitabile pericolo, e le dissi: Siete in ritardo! Mi guardò negli occhi, seria, quasi maravigliata di udirsi dire quelle parole. E durante la serata mi sembrò che volesse evitarmi. Uscendo di casa Olgani, qualcuno della comitiva propose una passeggiata al Colosseo. Ci avviammo. Le offersi il braccio. La serata era bellissima; le viuzze che conducono col

A dir vero, siccome essa dormiva placidamente quand'era accaduto tutto quel tramestìo, non sapeva bene cosa fosse stato; ma dai discorsi di Miss Spring, entusiasta del fiery boy, s'era capacitata che Drollino aveva fatto qualche cosa di straordinario. E perciò lo guardava ammirata, un po' impaurita forse da quella magrezza e da quel pallore eccessivo.

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