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Aggiornato: 14 giugno 2025
Superbo Po, ch'a la tua manca riva tutto lieto ti volgi d'ora in ora, per mirar lei, che le tue piaggie infiora, e ti fa in mezzo l'onde fiamma viva; che fa la nostra, ho da dir Donna, o Diva, lei, che del ben del ciel l'alme innamora? Oh fosse lunga a lei la mia dimora! Pensa ella almen ch'io di lei pensi o scriva?
ERASTO. O infelicissima mia disgrazia, mira a che ponto è stata chiamata! or non poteva tardar un altro pochino ché l'avessi potuto mirar a mio modo? DULONE. Padrone, se foste stato meco, avreste goduto la vista della vostra Amasia quanto avreste desiderato. ERASTO. Teh, e come? DULONE. È stata ragionando col suo padre una gran pezza. ERASTO. Mira traditora bugia che ardisce dirmi!
Mentre in tal forma il gran Baron consiglia, Angel scelto di Rodi a la difesa, La crespa fronte, e le canute ciglia E d'Argodemo ogni sembianza ha presa; Al guardo di costui, gran meraviglia! Spazio alcuno in mirar non fa contesa; Ma dove di ciascun perde la vista, La sua più forza, e più possanza acquista.
Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte, armati ancora, intorno al padre loro, mirar le membra d'i Giganti sparte. Vedea Nembrot a pie` del gran lavoro quasi smarrito, e riguardar le genti che 'n Sennaar con lui superbi fuoro. O Niobe`, con che occhi dolenti vedea io te segnata in su la strada, tra sette e sette tuoi figliuoli spenti!
Se 'l fatal corso mio me astringe & vole Ch'io te sol ami, e ogn'altra cosa experna Non posso più, so ben che fisso il sole Mirar non posso, né sia mai che il scerna Ma qual dea che con sguardi, e con parole pò far mia vita breve & far eterna Se non voi trami fuor dov'io tutto ardo Tiemmi almen vivo con un dolce sguardo
Parola Del Giorno
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