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Aggiornato: 8 giugno 2025


Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: vanno a vicenda ciascuna al giudizio, dicono e odono e poi son giù volte. «O tu che vieni al doloroso ospizio», disse Minòs a me quando mi vide, lasciando l’atto di cotanto offizio, «guarda com’ entri e di cui tu ti fide; non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!». E ’l duca mio a lui: «Perché pur gride?

AP. Non increbbe la via a quelli che andorno da Gnoso alla Spelonca, ed al tempio di Giove, per udire le vane leggi di Minos e di Ligurgo; ed a me dover

ch'assolver non si puo` chi non si pente, ne' pentere e volere insieme puossi per la contradizion che nol consente". Oh me dolente! come mi riscossi quando mi prese dicendomi: "Forse tu non pensavi ch'io loico fossi!". A Minos mi porto`; e quelli attorse otto volte la coda al dosso duro; e poi che per gran rabbia la si morse,

Dicono, oltre a ciò, sedere in questo inferno Minos, Eaco e Radamanto, giudici e sentenziatori delle colpe dell'anime che in quello inferno vanno; e a costoro questo uficio attribuiscono, percioché grandissimi legisti furono e giusti uomini: per loro intendendo la coscienza di ciascuno, la quale, sedendo nella nostra mente, è prima e avveduta giudicatrice delle nostre operazioni, e di quelle col morso suo ci affligge e tormenta.

E, mentre nel primo le anime sono imbarcate dal demonio Caron, del secondo troviamo guai motore e giudice il demonio Minos. Il continuo agitarsi dei lussuriosi corrisponde alle inquietudini amorose, perchè come dice Jacopo, l'effetto di ogni peccato è degnamente pena dell'operante.

Ancora simigliantemente, per assempro della detta temenza, qui d'alcuno altro di Puglia, nominato Icaro, figliuolo di Dedalo a ricordamento si toglie, il quale essendo col padre nell'isola di Creta apposta del buon re Minos e non possendosi partire, essendo dal detto re col detto Dedalo per sua eccellenza d'ingegno costretto, sanza arbitrio di partirsi da lui, cioè dell'isola, così eran tenuti.

Allor soffio` il tronco forte, e poi si converti` quel vento in cotal voce: <<Brievemente sara` risposto a voi. Quando si parte l'anima feroce dal corpo ond'ella stessa s'e` disvelta, Minos la manda a la settima foce. Cade in la selva, e non l'e` parte scelta; ma la` dove fortuna la balestra, quivi germoglia come gran di spelta.

Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l’intrata; giudica e manda secondo ch’avvinghia. Dico che quando l’anima mal nata li vien dinanzi, tutta si confessa; e quel conoscitor de le peccata vede qual loco d’inferno è da essa; cignesi con la coda tante volte quantunque gradi vuol che giù sia messa.

Or ti piaccia gradir la sua venuta: liberta` va cercando, ch'e` si` cara, come sa chi per lei vita rifiuta. Tu 'l sai, che' non ti fu per lei amara in Utica la morte, ove lasciasti la vesta ch'al gran di` sara` si` chiara. Non son li editti etterni per noi guasti, che' questi vive, e Minos me non lega; ma son del cerchio ove son li occhi casti

Parola Del Giorno

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