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Aggiornato: 15 giugno 2025


Come Dante, il suo grande antecessore, sovrasta al medio-evo, Michelangelo domina il risorgimento; entrambi tragici ma sereni, riassumendo il loro tempo, sono universali. Il cinquecento, che pare tutto corruzione, ha pure una grande sanit

La scienza della politica non ha molto da imparare nel Principe di Macchiavelli, la storia del cinquecento non può farne a meno: il libro rivela il secolo nel quale vi è posto per ogni meraviglia. Macchiavelli e Ariosto vi si ignorano, Michelangelo e Raffaello non vi si comprendono: l'uno è l'ultima grand'anima italiana e assomiglia a Dante, l'altro non somiglia a nessuno, è ingenuo, fa tutto, imita e trasforma tutti, trova la variet

Quale fu il suo pensiero nel pensiero del suo secolo, nello spirito della storia? Ha egli meritato l'iscrizione ampollosamente semplice che in Santa Croce lo dice superiore ai due più grandi uomini dell'Italia, Dante e Michelangelo Tanto nomini nullum par elogium?

Dentro una stalla bassa i tre vecchi cavalli di Michelangelo ansavano faticosamente su la mangiatoia. Erano bestie decrepite che avevano logorata la vita trascinando su per la strada di Chieti due volte al giorno la gran carcassa d’una diligenza piena di mercanti e di mercanzie. Sotto i loro peli bruni, qua e l

Per gli italici Arcadi il commercio non è una professione liberale. Eppure l'Inghilterra, che è la nazione più liberale dell'Europa civile è anche la più commerciante. Eppure Firenze, quando in una sola chiesuola battezzava tre uomini che si chiamavano Dante, Michelangelo e Galileo, insegnava le arti dell'alto commercio a tutto il mondo.

Egli è stato l'ultimo grande maestro della scuola di Giotto; i naturalisti Maselino e Masaccio posero fine ad essa e crearono l'indirizzo moderno della pittura. La scuola antica che conduceva alla rappresentazione del nudo coll'ammirazione delle forme della natura umana, doveva trovare il suo completo svolgimento nel Tiziano, in Giulio Romano, nel Correggio e nel Michelangelo.

L'effetto di queste parole fu magico, poiché all'accento di Muzio i tre amici s'erano alzati fulminando coi loro sguardi or l'uno or l'altro ufficiale e presentando nelle loro teste scoperte quell'insieme alla Michelangelo che abbiam descritto, quel bello e marziale aspetto che natura qualche volta prodiga ad un individuo colla sua capricciosa e maestra mano: capriccio, forse ingiustizia relativamente ai molti che non ricevono tale favore, ma dono che noi ammiriamo sempre con piacere nella persona amata, con odio, nel caso contrario.

Ecco, tra le infinite ombre che seguono, venute da ogni tempo e da ogni paese, il Pensieroso di Michelangelo, solitario sul suo seggio di principe, contemplante nel vuoto come in uno specchio invisibile qualche idea triste della sua mente.

Capisci bene che le son cose da non potersi nascondere. Gli è come una flussione di denti. Ho visto tutto, ho visto. Ma vi giuro.... parola d'onore.... Ma che parola d'Egitto! Quando ti dico che ho visto! O vieni un po' qui e ragiona: che male c'è? L'artista, mio caro, può pretendere alla mano d'una regina. Michelangelo non ha forse sposato la principessa Buonarroti?

Maledice Rafaello e chiama barocco Michelangelo e si mette accanto a Galileo condannato dall'Inquisizione e a Colombo deriso dai monaci di Spagna. Se parla di altri artisti più fortunati, li copre della bava avvelenata della sua invidia rappresa, dei suoi rancori isterici.

Parola Del Giorno

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