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Allora Metilde si alzò alla sua volta, pallida come una morta, e disse, con voce tremante:

La signora Emilia si dichiarava troppo sensibile, e poco pratica per assistere gl’infermi; fece venire una donna provvisoria, e consigliò Metilde di scrivere al signor Gervasio, pregandolo che mandasse la nonna.

Metilde seguiva Andrea, questi le gettò un rapido sguardo, adocchiò gli altri due, poi tornò a fissarla con due occhiacci che volevano dire: «vedete che se la intendono; li ho sorpresi in un colloquio clandestino; che cosa ne pensate voiMetilde lo guardò appena, tanto aveva paura di quell’ubbriacone, e cercava di evitare tutte le occasioni di parlargli.

L’avvocato annunziò la determinazione che aveva presa di conservare Silvio nel suo studio, come socio cointeressato in qualche parte degli affari. E questa era una rendita assicurata che rappresentava la dote. Alla morte dei genitori, Metilde figlia unica, restava la sola erede di tutta la loro sostanza. Per ora non potevano dare di più, per non privarsi delle loro abitudini; avevano però provveduto un ricco corredo che avrebbe reso inutile ogni altra spesa per molti anni. In corrispondenza di questi vantaggi, il futuro sposo prometteva un congruo assegnamento alla moglie, in caso di bisogno. Pap

Saranno i vermi, il medico non sa che cosa ordinarle, ma ci dice di sperar bene. «Questa parola sperare, che dovrebbe consolarmi, mi fa paura, scriveva Metilde; ogni speranza ammette un dubbio, che nel mio caso è spaventoso. La povera bimba è molto esile, delicata, i suoi lamenti che non posso tradurre intendere mi mettono alla disperazione.

Un mese dopo di questa deliberazione, la signora Metilde metteva al mondo una bambina, che la puerpera voleva battezzare col nome di Emilia. Silvio si oppose, col pretesto che non voleva far torto a nessuna delle nonne, e quindi le escludeva entrambe; ma in fondo egli pensava che una sola Emilia in casa gli bastava, ed era anche troppo, e soggiunse:

Ciascuno riprese le sue abitudini, con qualche modificazione indicata dalle convenienze. Andrea girovagava tutto il giorno. Metilde conduceva Maria a visitare le chiese e i monumenti; le faceva vedere le mostre dei negozi, e specialmente quelle dei merciai e delle modiste. Quando rientravano, Maria si cambiava di vestito e andava in cucina a fare il pranzo.

Al mattino seguente apersero i bauli, Metilde e la Betta furono occupate tutto il giorno a riempiere gli armadi e i cassettoni, coll’assistenza di Silvio che piantava chiodi, si martellava le dita, bestemmiava fra i denti, e si protestava beato.

A scongiurare così desolante condizione non restavano che due soli espedienti, o rassegnarsi a vivere modestamente in campagna, o partire per Roma, da dove gli veniva offerta la direzione d’un giornale cosmopolita. Metilde escluse intieramente la prima proposta, e non accettò nemmeno la seconda, riservandosi di rispondere, dopo di aver consultata la famiglia.