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Quello medesimo amore ti costringa ad illuminare l'occhio de l'intellecto mio nel lume della fede, a ciò che io cognosca e intenda la veritá tua, manifestata a me.

E certo il suo disiderio veniva intero, se tanto gli fosse stata la fortuna graziosa, che egli fosse giammai potuto tornare in Firenze, nella quale sola sopra le fonti di San Giovanni s'era disposto di coronare; accioché quivi, dove per lo battesimo aveva preso il primo nome, quivi medesimo per la coronazione prendesse il secondo.

Ma alcuna volta l'usarò ne' grandi servi miei senza il mezzo della creatura, solo per me medesimo, come tu sai d'avere provato.

Egli sta sempre in tristizia, confusione e stimolo di conscienzia, con dispiacimento de l'ordine e del prelato suo; incomportabile è a se medesimo.

Non contento di Parma e Piacenza, poco dopo il Papa armeggia per procurare al medesimo suo indegno figliuolo la duchessa di Milano, e sottilmente arguto insinuava pei suoi negoziatori a Carlo: «a te disdice chiamarti conte, duca, e principe, Cesare sei; non le molte provincie, ma i grandi vassalli hanno da formare la tua forza: dacchè mettesti le mani sul Milanese non godesti un'ora di bene; che tu lo renda al Re Francesco non si consiglia, però che questi dopo il primo pasto avrebbe più fame che pria delle terre italiche; ma anco lo devi serbare per te, considerando come cotesto acquisto ti abbia fruttato nemici molti e poderosi, i quali ti stimano insaziabile dei domini altrui: se vuoi, che il mal sospetto cessi, fa una cosa, d

Concorreva alla rovina delle monete, e per conseguenza del regno tutto, la malizia di molti ancor esteri, che, veduto il guadagno grande che faceva da principio il re su quelle monete, ne batterono quantitá incredibile di nascosto con gli stessi impronti e della stessa lega; onde non era possibile di ricusarle per false, distinguerle da quelle del re medesimo, perché erano della stessa bontá.

A distanza di secoli le grandi vittime si rimandano il medesimo grido di dolore e di orgoglio; a distanza di continenti e di mari le cime tragiche si veggono l'una l'altra, e Cristo morente si volge verso il Caucaso, e Napoleone da Sant'Elena guarda verso il Golgota.

come lo specchio che si divide, e non si divide però la imagine che si vede dentro nello specchio; cosí, dividendo questa ostia, non si divide tucto Dio e tucto uomo, ma in ciascuna parte è tucto. non diminuisce però in se medesimo se non come il fuoco, cioè in questo exemplo.

Lusingato dall'interesse che dimostravagli questa domanda, e dell'occasione che gli somministrava di parlare di medesimo, Dupont la soddisfece immediatamente.

Il trattato contro i Cristiani sarebbe stato scritto, a quel che narra Libanio, nella sua orazione funebre, durante il soggiorno dell’imperatore in Antiochia. Noi sappiamo che Giuliano dimorò in Antiochia, dall’Agosto del 362 al Marzo del 363, tutto intento ai preparativi per la funesta spedizione di Persia. Ebbene, in mezzo a tali gravissime preoccupazioni, l’infervorato giovane, approfittando delle lunghe notti invernali, narra Libanio, scriveva, per dimostrare ridicola e vana la fede dei Cristiani, un libro che, sempre al dire di Libanio, era più poderoso di quello stesso che aveva dettato, al medesimo scopo, il vecchio di Tiro, cioè, Porfirio²³⁰. Certo, la circostanza di aver scritto, in un momento ansioso, un libro così grave, trovando, insieme, il tempo di comporre la brillante satira, il Misobarba, è la prova più luminosa della singolare versatilit