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Aggiornato: 14 giugno 2025


Ghino di Tacco, quantunque ferito a morte, fu trasportato dai suoi fedeli in luogo sicuro, i quali tanto s'ingegnarono, ch'ebbero due medici riputatissimi, e nelle mani loro l'affidarono, perchè ogni accorgimento dell'arte adoperassero per sanarlo. Visitatolo da capo a piedi, l'uno avvisò che avesse piagato il polmone, l'altro lo contese, ragionarono una intera notte senza ragione: alla mattina, non vedendosi persuasi, misero mano alle daghe per convincersi meglio: poco mancò che per sanare un ferito due non si uccidessero. S'interponevano i masnadieri infastiditi dal disonesto oltraggiarsi, ed ordinarono con severo cipiglio che tacessero, e badassero a guarirlo, o mal per loro. Allora muti, chi prese a forargli le vene, chi a dargli bevande da invigorirlo; questi voleva non si cibasse, quegli si cibasse, e bevesse; come Dio volle, la buona natura di Ghino vinse ogni ostacolo, e guarì. Disse la gente cotesta guarigione un miracolo, ed in fatti fino allora non si aveva memoria di sopravvissuto alla scienza di due medici. Ritornato nel processo dei tempi al castello di Radicofani, continuava, detestandolo, il mestiere di rubare le strade, quando sul finire del secolo avendo preso l'Abbate di Clugnì che se ne andava ai bagni di Siena, così lo seppe innamorare delle sue virtù, che il buon Prelato lo pacificava con la Chiesa, e Papa Bonifazio VIII, come colui che di grande animo fu, e vago dei valenti uomini, lo chiamava a Corte, gli donava una prioria dello spedale, e lo fe' Cavaliere; la quale storia potr

E poi ben'altra è la ragione dello asilo che adesso fre Roma ai masnadieri della terra. Non si tratta gi

Il capo dei masnadieri aveva rallentato sensibilmente la stretta delle sue mani nel pronunciare queste parole; Rosen annientato da tanta avversit

Evidentemente, quelli erano i servi, i masnadieri di messer Lapo Buontalenti. A che le sarebbe giovato il gridare? Messer Lapo era grave all'aspetto, severo ed arcigno come la vendetta che gli covava nel cuore. Ma quando gli occorreva di rivolgersi a lei, in atto di chiederle se avesse mestieri di nulla, assumeva un'aria tra impacciata e cortese.

Appena il capo dei masnadieri ebbe partecipato al Governatore l'esito riuscito della sua impresa, questi si presentò alla contessa, che dal giubilo di tener nelle unghie la rivale, abbandonò all'uomo, che essa disprezzava, la bella mano la quale fu coperta di baci, che quasi servirono di stimolo a qualche audacia più licenziosa; ma l'altiera romana, tornata in da un momento d'oblio, ritrasse la mano, sollevò la bella fronte, e retrocedendo d'un passo, balenò il generale innamorato con tale sguardo da fargli subito abbassar gli occhi, e ritornare nell'umile posizione sua al cospetto di lei.

I masnadieri gli si fecero addosso; egli provò di schermirsi, menava calci, mordeva chiunque gli si accostava: preso, più di una volta, uscì loro di mano; i muscoli del suo volto si agitavano convulsi; urlava da spiritato, volgeva qua e l

I masnadieri, che avevano finito il giuoco, e senza il quarto andavano malamente innanzi, sorsero, e ognuno col bicchiere alla mano s'incamminò verso il letto del ferito. Questi, vedutili pronti ad ascoltarlo, incominciò: «Invocato, etc. etc. Considerando essermi vicina la morte, che forma la conclusione della vita, di mente sanissimo, cioè, come sono stato sempre, lascio da prima l'anima a cui di ragione, e il corpo, poichè non ha pelle che possa giovarvi, tutto intero alla pianura. Item lascio le mie armi e le mie vesti a cui primo le piglier

Una volta che volle tentare un assalto sullo stesso capitano, mentre sceso dal castello in un’ora di notte, con pochi de’ suoi perlustrava la via, se a lui riuscì di scamparla, non così a due de’ suoi masnadieri, che caddero trucidati.

«Ma tu.... tu.... come ti salverai? come faremo noi ad aiutarti? oh colui, quell'Alemanno chi l'ha mandato per nostra sciagura? «Oh! sclamò la fanciulla, con volto impresso di mestizia e di fede: la Provvidenza ha salvato fanciulle smarrite in mezzo alle selve, e in mano ai masnadieri, e abbandonerebbe me....?»

La notte era al colmo; quando Nuto e il Fortebracci usciti nel giorno, ben armati, dall’osteria della Moscacchia dove alloggiavano, dopo molte ore di cammino per mezzo a boscaglie, ed evitando la pubblica via, eran venuti a far capo ad essa a sinistra del Reno, e si trovavano appunto sotto quella scogliera. Pochi passi a quel buio tentavan di fare, per un ammasso informe di pietre frananti, che in parte lungo la nuova via provinciale ancor vi si scorge, e che a quel tempo siccome adesso, dall’alto del monte protendeva nel fiume. Ma i masnadieri vi stavano all’erta. Bastò il segnale convenuto per essersi subito intesi. Da tre scherani infatti ( si avrebbe saputo da dove uscissero) Nuto e il Fortebracci eccoteli circondati. Allora, senz’altro, via in silenzio con essi; uno avanti per farne strada, poi loro, e dietro i due altri. Bisognava aggrapparsi su per que’ massi con le mani e co’ piedi e girarvi d’attorno. Ma pe’ conduttori non era un andare alla cieca. Le orme da porre, il come e il dove, a loro soli era noto. A un certo punto imboccano in un piccolo antro, e poi l

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