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Un gentiluomo veneziano, che aveva recentemente provocato l'odio di Orsino, era stato pugnalato da scherani pagati da quest'ultimo. Il morto apparteneva alle prime famiglie, ed il Senato erasi preso a cuore quell'affare. Uno degli assassini fu arrestato, e confessò, Orsino essere il reo. Alla nuova del suo pericolo, egli veniva a trovare Montoni perchè gli facilitasse la fuga, sapendo che in quel momento tutti gli officiali di polizia erano in cerca di lui per tutta la citt

Or mentre il Vergiolesi, avvisato, era accorso con molti uomini sulle tracce di que’ giovani generosi, Musone e i suoi scherani furon circondati da lui, e tutti come assassini il capitano militarmente li sentenziò, ed ebbero quella morte. Quanti dolci pensier, quanto desio!

La notte era al colmo; quando Nuto e il Fortebracci usciti nel giorno, ben armati, dall’osteria della Moscacchia dove alloggiavano, dopo molte ore di cammino per mezzo a boscaglie, ed evitando la pubblica via, eran venuti a far capo ad essa a sinistra del Reno, e si trovavano appunto sotto quella scogliera. Pochi passi a quel buio tentavan di fare, per un ammasso informe di pietre frananti, che in parte lungo la nuova via provinciale ancor vi si scorge, e che a quel tempo siccome adesso, dall’alto del monte protendeva nel fiume. Ma i masnadieri vi stavano all’erta. Bastò il segnale convenuto per essersi subito intesi. Da tre scherani infatti ( si avrebbe saputo da dove uscissero) Nuto e il Fortebracci eccoteli circondati. Allora, senz’altro, via in silenzio con essi; uno avanti per farne strada, poi loro, e dietro i due altri. Bisognava aggrapparsi su per que’ massi con le mani e co’ piedi e girarvi d’attorno. Ma pe’ conduttori non era un andare alla cieca. Le orme da porre, il come e il dove, a loro soli era noto. A un certo punto imboccano in un piccolo antro, e poi l

A corte del papa, presente Carlo, orarono: e «Mercè, Bartolomeo cominciava, mercè o figlio di David; il demonio la figliuola mia fieramente travaglia:» e tra pianti e rampogne sponea la grave istoria. Superfluo è a dire che si fe' sordo Martino. Carlo dissimulò: ma usciti i due oratori dal palagio, i suoi scherani li circondarono; trasserli in duro carcere.

Non so se mi sia venuta occasione di accennarvi che Luchino, in mezzo a tanta fierezza, era pauroso del diavolo, del fantasma, degli esseri impalpabili, contro di cui non valevano la spada sua, il ringhio dei mastini, le labarde degli scherani. Una sera, non aveva egli fatto che entrare colla druda nel conscio nascondiglio, quando, tra il fosco, gli appajono sulle pareti, in livida luce, i contorni di certe strane forme, met

Una parola umana all'orecchio di chi soffre non ha prezzo sulla terra. Quanti, nei primi passi dell'errore a cui forse li sospinse la negligenza e il disprezzo degli uomini, o torcerebbero o si ravvederebbero, qualora l'orgoglio degnasse inchinarsi a sussurrare all'orecchio loro una voce di commiserazione, un invito al pentimento, un fiduciale richiamo alla virtù! Ma l'uomo pensa al castigo, alla vendetta; ed esacerbando, ostina nel delitto chi così facilmente potrebbe ravviare al bene. Quando poi patisce il giusto, come la Margherita, abbandonato agli strapazzi degli scherani, all'ansiet