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Aggiornato: 11 giugno 2025


Maria seguì il principe della Marsiliana con l'occhio finchè non lo vide sparire sotto l'arco della porta. L'altra continuava a ridere dicendo: Che commedia! Don Pio, il "prince Charmant", trasformato in un ranocchietto verde e giallo, don Pio Mastro delle poste che non ci sono, che commedia!

Al sor Domenico, che giungeva in quel momento, spuntarono le lagrime agli occhi vedendo la mano della moglie in quella del principe della Marsiliana, e volgendosi addietro gridò, come per dare l'intonazione alla folla che lo seguiva: Evviva il nostro candidato! Evviva! rispose la folla. E il capo banda a un tratto troncò la marcia dell'Aida per incominciare l'inno di Garibaldi.

Grida di viva approvazione partirono dalla folla; il sor Domenico aveva le lagrime agli occhi e cercava la mano del principe per istringerla. Fabio Rosati gli s'era accostato e pareva che chiedesse i suoi ordini, quando Caruso lentamente si alzò e volgendo intorno uno sguardo dubbioso di sopra alle lenti, chinò la testa in atto di saluto incontrando gli occhi di don Pio, e quando la folla, per ordine dei soliti capi, fu ricondotta al silenzio, egli prese a dire: "Il principe della Marsiliana ha con brevi parole svolto tutto un programma di cui l'idea fondamentale consiste nel trasportare nel Trastevere un centro di attivit

Il vecchio Rossetti non si accorgeva di nulla e seguitava a discorrere dell'incendio del teatro, della paura di Maria e del danno che per quell'incendio doveva aver risentito il principe della Marsiliana, quel bravo signore tanto cortese, di cui Maria avevagli così spesso parlato. Davvero, sua figlia le ha parlato di me? disse involontariamente don Pio, consolato, fatto beato da quelle parole.

Lo stato d'animo, le angustie, i timori del principe e della principessa della Marsiliana erano storia intima, storia di famiglia cui nessuno badava; invece avvenimenti ben più importanti attiravano l'attenzione della citt

In quei giorni l'Onorati, scartabellando le carte d'archivio, aveva scoperto la corrispondenza fra una improvvisatrice napoletana del 1700, nota in Arcadia sotto il nome di Fille Arimantea, con un principe della Marsiliana.

Tutti approvarono il disegno del principe, tutti fecero plauso alla sua idea, e un momento dopo nelle sale della Stampa non si parlava d'altro che del principe della Marsiliana e del nuovo teatro. Come si deve chiamare? domandò il principe a Maria quando gli elogi furono cessati. Come vuole; il nome non fa nulla. Lo chiameremo "La Fenice" in memoria della sua Venezia, rispose il principe.

La mattina dopo tutti i giornali avevano un lungo resoconto del ricevimento alla Stampa, che doveva inaugurare i sabati invernali, e tutti parlavano della promessa del principe della Marsiliana rispetto al teatro, e della bellezza e della grazia con cui la signora Maria Caruso aveva fatto gli onori di casa.

Pio, disse la duchessa dopo quel lungo silenzio, non hai nessuna idea, nessuna speranza? Nessuna. Almeno avverti il questore che ti protegga contro questa gente, che viene dalla Marsiliana a minacciarti!

Qui, trattandosi di un principe ci pensano due volte, disse il sor Domenico, uomo popolarissimo, che vantava ancora l'amicizia di Garibaldi, si ricordava del Vascello e parlava dell'eroe con le lagrime agli occhi. Qui ci vorrebbe qualcosa per ismuover questa gente, qualche colpo che rendesse popolare il principe della Marsiliana.

Parola Del Giorno

branchetti

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