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Aggiornato: 3 maggio 2025


È cosa universalmente nota, come i chierici nei tempi feudali fossero guerrieri. Carlo Magno avendo osservato che un vescovo, novellamente eletto da lui, invece di farsi accostare il destriero al muricciòlo, vi saltò sopra di un lancio così abbrivato, che per poco non cadde dall'altra parte, lo ritenne per suo compagno di arme. Le orazioni dei vescovi per ordinario finivano così: «fu buon chierico, e prode uomo di arme». In Allemagna furono deposti parecchi vescovi perchè poco valorosi. Il Vescovo di Ratisbona, combattendo per lo imperatore Ludovico il Bavaro contro gli Ungheresi, n'ebbe mozzo uno orecchio. Alla battaglia di Hastings, dalla parte dei Normanni, il Vescovo di Bayeux, fratellastro di Guglielmo il bastardo, dopo avere celebrato la messa allo esercito montò sopra un gran corsiero di guerra, e si mise alla testa della sua banda: dalla parte dei Sassoni combatterono l'Abbate d'Hida con dodici monaci, e vi rimasero tutti morti. Riccardo Cuor-di-leone guerreggiando contro Filippo re di Francia fece prigioniero il Vescovo di Beauvais della casa di Dreux. Il Papa avendolo reclamato come suo figliuolo, ricevè un giorno per parte di Riccardo la corazza del vescovo intrisa di sangue, con le parole dei figli di Giacobbe al padre: «guarda se questa è la vesta del tuo figliuolo». Non si finirebbe più con simili esempii. Nei tempi prossimi alla nostra storia il terribile Cardinale di Richelieu, vestito da cavaliere, andava a visitare la cortigiana Marion Delorme, e conduceva in persona l'assedio della Roccella contro gli Ugonotti. Il suo successore Cardinale Mazzarino, travestito parimente da cavaliere, recavasi notte tempo nelle stanze di Anna di Austria madre del re. Del Cardinale di Retz non importa parlare, dacchè ci rimangono le sue memorie per informarci dei suoi detti, e gesti. In Italia, circa a questi tempi, ebbe qualche celebrit

Ma quale distanza da quei tempi al nostro! Ora quegli sdegni pudicamente accademici non si capiscono più; le celie non hanno più eco; i dardi della critica si sono spuntati; una cosa sola rimane, l'ammirazione del pubblico pel teatro di Vittor Hugo. Stupendo teatro! E come lo si rivedrebbe tutto volentieri, rappresentato da questi valenti artisti della Commedia francese! Cromwel, Marion Delorme, Hernani, Angelo, Marie Tudor, Lucrèce Borgia, Le roi s'amuse, Ruy Blas, Les Burgraves, creazioni immortali! E dire che qualche critico, oggi ancora, fa colpa a Vittor Hugo di aver voluto essere uno Shakespeare! L'ambizione, dopo tutto, era nobile. Ma uno Shakespeare riveduto e corretto; che orrore! Fermiamoci qui e mettiamo in chiaro la faccenda. Non consta da nessun documento che Vittor Hugo abbia mai detto o pensato una cosa simile. È da credersi solamente che chiunque, oggi, foss'anche un altro Shakespeare, si mettesse a scrivere pel teatro, non potrebbe più, vorrebbe, dar libero corso a quei getti d'eufimismo che guastano la semplicit

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