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Aggiornato: 1 giugno 2025


<<La faccia tua, ch'io lagrimai gia` morta, mi da` di pianger mo non minor doglia>>, rispuos'io lui, <<veggendola si` torta. Pero` mi di`, per Dio, che si` vi sfoglia; non mi far dir mentr'io mi maraviglio, che' mal puo` dir chi e` pien d'altra voglia>>. Ed elli a me: <<De l'etterno consiglio cade vertu` ne l'acqua e ne la pianta rimasa dietro ond'io si` m'assottiglio.

Alora quella anima, quasi come ebbra, non si poteva tenere; ma quasi stando nel cospecto di Dio, diceva: O etterna misericordia, la quale ricuopri e' difecti delle tue creature, non mi maraviglio che tu dica di coloro che escono del peccato mortale e tornano a te: «Io non mi ricordarò che tu m'offendessi mai». O misericordia ineffabile, non mi maraviglio che tu dica questo a coloro che escono del peccato, quando tu dici di coloro che ti perseguitano: «Io voglio che mi preghiate per loro, acciò che Io lo' facci misericordia».

E, per questo, i' sono sforzato d'impegnarmi e gli amici e quanti cognosco per compir alla promessa della dote ch'io gli ho fatto; insino a tanto che l'infelice mia consorte mi mandi qualche danaio da casa. Cosí mi levarò pur di sospetto di quel pedantaccio ignorante: ché non mi maraviglio se non di chi gli crede a tali uomini che sono piú tosto l'infamia del mondo che no.

E di questo ultimo modo si maravigliò alcune volte Nostro Signore; ma il primo si può dire quasi commune e generale.

Un giorno ella capitò all'Aiga col volto acceso e gli occhi rossi. Maurizio non l'aspettava ancora, ed era lassù al dolce nido per la sua prudente consuetudine di andar sempre al ritrovo due o tre ore prima del tempo. E dell'ora insolita e della strana animazione del volto di lei, Maurizio si maravigliò grandemente. Ti dispiaccio forse? diss'ella.

Difatti, riprese il commissario, questi mobili non somigliano punto agli altri della sala d'ingresso, e stuonano anche con la misera apparenza della casa. Mi maraviglio che abbia potuto trovarne in questi dintorni.

DON IGNAZIO. Farò che si contentino. EUFRANONE. Fate che si contentino prima, e poi affettuaremo il matrimonio. DON IGNAZIO. L'amar mio non può patir tanto indugio; anzi mi maraviglio che dal giorno della festa come sia potuto restar vivo senza lei.

FILASTORGO. Che nieghi me non me ne maraviglio: maggior maraviglia sarebbe se, avendo negato te stesso, volessi accettar di conoscer me per padre. LAMPRIDIO. Che arroganza è la tua far ingiuria a chi non conosci? FILASTORGO. L'arroganza è pur tua a non rincrescerti della tua perfidia cominciata. Pur aspettava che qualche segno di vergogna lo manifestasse.

Li quali veggendo Dino, uomo d'alto intelletto, non meno che colui che portati gliele avea, si maravigliò per lo bello e pulito e ornato stile del dire, per la profonditá del senso, il quale sotto la bella corteccia delle parole gli pareva sentire nascoso: per le quali cose agevolmente insieme col portatore di quegli, e ancora per lo luogo onde tratti gli avea, estimò quegli essere, come erano, opera stata di Dante.

Il Mandello girato l'occhio intorno: Mi maraviglio, disse, che voi ve ne stiate in questo sozzo bugigattolo, mentre la canaglia sta contemplando il proprio ceffo ne' vostri specchi e saltando, sfilaccia il velluto delle vostre sale. Capirete dunque, ella disse, che se si continua di tal passo, non c'è più che la fine del mondo.

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