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Aggiornato: 20 maggio 2025


Qui trovavasi il cardinal Bibiena, l'autore della Calandra, diversi altri cardinali o i preti camerari che in quel giorno erano di servizio e che attendevano a diverse faccende, Il Bibiena se ne stava discorrendo di letteratura con un poeta venuto per presentare non so qual manoscritto a Leone.

Fra il raso della fodera c'era un manoscritto, un centinaio di foglietti di carta sottile, resistente, coperti con una di quelle calligrafie nervose non larghe alte come porta oggi la moda, ma spezzate, minute, eppure non prive di una intima eleganza che noi dobbiamo cercare, per farcene una idea, nelle lettere delle nostre bisavole. Il testo era in francese.

Sergio poggiò la tazza sul mobile vicino al suo letto, e, leggendo sempre la scritta della moglie, o sorbendo a centellini la bevanda profumata, le disse: Andremo a continuare. Dammi i fogli allora rispose Regina. Prendi un altro quinterno replicò Sergio senza levar gli occhi dal manoscritto. Non v'è che della carta a lettere.

E Nancy baciò il polso grassetto, mordendolo un poco. Dove è stato messo il tuo manoscritto? chiese Valeria. Oh! non so! disopra, forse... o altrove, disse Nancy, fingendo di mangiare il piccolo braccio nudo della bambina. Oh! che bont

Nel momento in cui si crede stia per incominciare la quiete, entra un filantropo a squadernargli un progetto che deve commuovere e vuotare le tasche ai cittadini, o un segretario di qualche circolo o di qualche associazione operaia che vuole assolutamente ch'egli tenga una conferenza sul risorgimento del Comune o sulla battaglia di Legnano, o un disgraziato che è ansioso di leggere stampato il manoscritto che gli ha portato da tante settimane.

Poche note a matita traversavano i margini scritte queste dalla mano pesante del generale. Del generale era pure un foglio congiunto al manoscritto a guisa di prefazione e di schiarimento; prova che il defunto ci teneva e che se avesse pensato a fare testamento, il misterioso manoscritto avrebbe avuto probabilmente una destinazione diversa che non quella di cadere sotto gli occhi del pubblico.

Bice se ne accorse al ritratto di Giorgi, che egli aveva quasi perduto fra l'esplicazioni di quelle stesse idee, dalle quali avrebbe dovuto uscire, e che invece discorrendo gli si animava mirabilmente con tutte le sfumature della fisonomia. Ella si offerse per copiare il manoscritto, perchè non potesse più rimutarlo. Davvero? Ne parleremo: vogliamo uscire?

Tre volte Alberto Varedo lo aveva nominato nel corso di quella sera, e ogni volta Bardelli ne aveva risentito una impressione oscuramente penosa. Alle 8.55 sarò alla stazione col manoscritto egli disse prendendo commiato. Dopo ch'egli ebbe rinchiuso l'uscio dietro di , Diana si rivolse a suo marito. Povero Bardelli! Lo appoggerai al primo concorso. Varedo sorrise. Oh i ragionamenti delle donne!

Polo contemplò lunga pezza questa scena, ma intanto la notte era calata e denso velo ricoprì tutti gli oggetti. Si ritrasse adunque dal balcone, serrò le vetriate e scese nel salotto. Sedette allo scrittoio, aperse il manoscritto, e sfogliando s'arrestò senza averne intenzione alla pagina che così chiudeva: «Il fine della virtù, ha detto lo storico Cuoco, è la felicit

A questo punto delle confidenze di Fulvia, posai il manoscritto, e mi guardai intorno trasognato. Era l'anima sincera di Fulvia che traspariva in quelle confessioni, scevre egualmente di vanit

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