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Aggiornato: 2 giugno 2025
No, no, no, diceva a mezza voce, aggiustandosi la cravatta intorno al collo, il vecchio cancelliere Anastasio; no, qui c'è sotto un mistero. Mysterium, mysterium invocat! notava cattedraticamente il maestro di scuola; e, ne attesto i sette savii della Grecia, il mistero che circonda questi signori non comincia qui.
Il maestro di palazzo accolse di assai gentil garbo Baccelardo, raccomandò il cavallo ai palafrenieri del signore, e lo introdusse nel padiglione perchè potesse gustare dei primi ristori.
MORFEO. Daglile in nome... che non voglio dire, che non so come abbi avuto tanta pazienza. Egli prima gioca de mani che de lingua. Padrone, è forastiero, non è uso a trattar con gentiluomini, tratta al modo del suo paese. PANURGO. Andiamo a maestro Rampino; e s'egli in mia presenza non gli rompe la testa la spezzerò a tutti due.
ANTIFILO. Sète qui voi, o mio caro maestro? PEDANTE. Ille ego, qui quondam...
Le parole citate sono proprio del Nordau. E se il caso d'un discepolo ribelle al maestro è sempre notevole, tanto più notevole è questo, quanto che si riferisce ad una quistione palpitante, come si dice, di attualit
A questo frammento, va, forse, unito, come dicemmo, l’altro frammento che costituisce la lettera 63ª, nell’epistolario di Giuliano. In essa, l’imperatore, dopo aver fatta ad un certo Teodoro professione d’amicizia e commentata la circostanza di aver avuto il medesimo maestro, probabilmente Massimo, gli dice di volergli affidare un ufficio di molta importanza, nel quale l’opera sua potr
64 Ruggier, se ti guardò, mentre che visse, il tuo maestro Atlante, tu lo sai. Di te senti' predir le stelle fisse, che tra' cristiani a tradigion morrai; e perché il male influsso non seguisse, tenertene lontan m'affaticai: né ostare al fin potendo alla tua voglia, infermo caddi, e mi mori' di doglia.
IULIA. Ma non si curi, quel pedante tristo, sciagurato!... CECA. E chi, madonna? el maestro? IULIA. El maestro, sí. CECA. E per che cosa? IULIA. Come per che cosa? El mando alla scola perché gl'impari le vertú, e quello mel fa un ribaldo!
Ond'elli ancora: <<Or di': sarebbe il peggio per l'omo in terra, se non fosse cive?>>. <<Si`>>, rispuos'io; <<e qui ragion non cheggio>>. <<E puot'elli esser, se giu` non si vive diversamente per diversi offici? Non, se 'l maestro vostro ben vi scrive>>.
Stefano amava lo studio, leggeva molto, annotando le cose che gli parevano degne d’essere rilette. Il maestro Zecchini li amava come figliuoli, ringiovaniva giuocando con loro; talvolta lo canzonavano per la sua teoria, ma con maniere scherzose che non potevano offenderlo.
Parola Del Giorno
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